Affrontare la Memoria della Shoah oggi, mentre si fa sempre più grande la distanza cronologica
dall’immane tragedia che ha sconvolto generazioni e travolto milioni di vite umane. Toccare la
Shoah, leggerne uno dei tanti aspetti e momenti che la compongono, coincide con la volontà di capire e
conoscere di più e meglio. Perché questa è operazione che ancora oggi – e probabilmente per sempre –
avrà un senso ben preciso, un ruolo costante di richiamo al presente.
A chiunque abbia avvicinato il tema in queste ultime giornate di gennaio, in coincidenza con il 27 del mese
universalmente dedicato a ricordare il genocidio degli Ebrei durante la seconda guerra mondiale, è toccato
inevitabilmente osservare come sia mutato, nel tempo, il rapporto delle giovani generazioni con
l’argomento.
Nessuno che abbia a cuore la conservazione della memoria dei fatti, nel contesto storico più drammatico e
sconvolgente per la storia moderna, può sottrarsi alla domanda su cosa possa fare la Scuola, da qui in
avanti, per conservare memoria e rinnovare conoscenza sull’Olocausto.
Fra programmi didattici sempre più densi di attività, tempistiche sempre più contratte, sono meno
frequenti i momenti di letture in classe del Diario di Anna Frank o di pagine da “Se questo è un uomo” di
Primo Levi”. E, insieme, s’è rarefatta non poco la frequentazione dei giovani di tematiche legate alle
discriminazioni e i diritti civili nella società moderna.
Purtuttavia, la Giornata della Memoria del 2018 ha segnato, per l’Italia, un momento davvero alto e
significativo con la quanto mai illuminata scelta del presidente della Repubblica Mattarella di nominare senatrice a vita Giuliana Segre. La oggi ottantaseienne ebrea torinese, scrittrice, nipote dell’avvocato socialista Claudio Treves e cugina dello scrittore e pittore Carlo Levi, è voce che rinnova diffusione racconto e testimonianza ai più giovani.
Basterà, per quanti hanno avuto la fortuna di coglierla dalle telecamere di Rai1 in questi giorni di ricorrenza, l’emozione suscitata dal ricordo della frase con cui suo padre si accomiatò da lei quindicenne, prima di
venire separati nelle selezioni ad Aushwitz: “Ti chiedo scusa d’averti messo al mondo”.
Al di là dei dati anagrafici di chi ancor oggi porta sulla pelle il marchio del
campo di sterminio, la preziosa missione deve continuerà attraverso il Tempo e le generazioni, perché la Verità si mostri in grado di resistere ad ogni tentativo di rimozione.
In omaggio alla giornata della Memoria, LED ha scelto di produrre contenuti e riflessioni sulla Shoah
nell’arco di una settimana che intendiamo prenda solo a pretesto e convenzione il calendario e, muovendo
dalla giornata della Memoria, si protragga per giorni provando a leggere commenti, testimonianze,
raccogliere conoscenze che vogliamo siano vive e presenti in ogni momento dell’anno e della nostra vita di
persone. Non a caso riapriremo, da qui ai giorni che verranno, le pagine di uno dei nostri primi speciali,
dedicato alla mostra itinerante che nel marzo scorso ha aperto i battenti a Roma, dal titolo “Schedati,
perseguitati, sterminati. Malati, psichici e disabili durante il nazionalsocialismo”. Sarà un modo per dare il
nostro contributo nell’univoca direzione di sottolineare in ciascuno di noi la vitale esigenza di sentimenti
come Rispetto, Sacralità della Persona, Democrazia, Civiltà.
Nell’assoluta e unica identità di Esseri Umani.
Aerre