Speciale Sanremo - Dina Tomezzoli: "La De Filippi  (che non scende la scala) ci ha spiazzate!"

Speciale Sanremo – Dina Tomezzoli: “La De Filippi (che non scende la scala) ci ha spiazzate!”

Dina Tomezzoli, volto noto dello spettacolo musicale e apprezzata speaker radio-Tv

Da giovanissima era la talentuosa e brillante presenza chiamata a dominare il palcoscenico del cinema-teatro Giacomini d Latina, ma  la sua voce piena e calda riempiva l’etere anche via radio, da  Radio Latina 1 via via alle molte altre che fiorivano nel momento clou delle ‘private’, Da lì è iniziata l’ascesa  per Dina Tomezzoli, fra programmi musicali e giochi a quiz, passando a presentare eventi, concorsi canori, mai tralasciando di essere anche una speaker impeccabile.

Ė alla conduttrice-presentatrice tra le più amate e apprezzate a Latina ma anche ben oltre i limiti della provincia pontina, che vogliamo chiedere una lettura da addetta ai lavori della kermesse sanremese appena conclusa.

E’ stato il primo anno senza soubrettes, esordienti o celebri che fossero …
La presenza di un personaggio come la  De Filippi à sicuramente il fatto che più ha caratterizzato questo festival. Secondo me, con buon risultato. Mi sembra ci abbia spiazzati un po’ tutti, a cominciare proprio da noi donne e pure professioniste dello spettacolo, con quel suo rifiuto a scendere dalla temutissima scala!… In fondo, ci ha privati di un argomento-principe fra i commenti sin dalla prima serata ma, a parte gli scherzi, ho davvero apprezzato lo stile e la personalità di una figura che, del resto, non aveva certo bisogno dello scenario del festival per confermarsi in primo piano.

 

Ti è piaciuto il suo look a tratti quasi… minimalista, rispetto alle fantasiose e spesso  ardite  trovate delle colleghe negli anni scorsi ?
La Maria ‘nazionale’ ha dato  il suo, ha sicuramente lasciato il segno della sua forte personalità, della sua esperienza, inserendosi perfettamente nel meccanismo del festival. E senza rinunciare al suo modo di essere e di porsi al pubblico. Ovvio che la scelta dell’abito diventa decisiva per questo, così ci stanno bene anche le critiche a certe ‘uscite’ che non t’aspetti. Come quella un po’ quasi … alla ‘campagnola’, smanicato e a fiorellini, mi sembra della terza serata, che proprio non ho capito!

Maria De Filippi look Sanremo 2017

Una scelta perfetta di Carlo Conti direttore artistico.
Assolutamente si, ché  – poi – è di lui che bisogna parlare. In fondo, a ben guardare, si è confermato il re dell’ovvio, che ha potuto decidere di rinunziare a tante frivolezze e ribadendo che al centro del festival  deve esserci la canzone.  Solo che, senza stravolgere o inventare niente, stavolta ha scelto comunque una strada meno convenzionale rispetto alle abitudini più consolidate del festival: la soubrette, la bellona di turno che affianchi il leader indiscusso del palcoscenico ha ceduto il passo ad una partner di pari grado, non di funzione diversa: davvero un binomio autenticamente alla pari.

Dimmi delle canzoni. Siamo i soliti patiti della melodia?
Devo dire che mai come quest’anno la scelta del pubblico votante ha premiato davvero le migliori.
Per  quanto  potesse ritenersi la Mannoia  strafavorita  (cosa che, peraltro, io non avrei ritenuto all’inizio), mi  è parso giusto il suo secondo posto e  non griderei certo allo scandalo che non abbia raccolto il massimo, vista la qualità e il livello anche degli altri contendenti. Hanno davvero meritato sia la bellissima esecuzione di Elmer Meta che quella fatasmagorica ‘invenzione’ di Francesco Gabbani . Certo che, poi, il melodico super classico, con Albano su tutti, non può mai mancare a Sanremo e, anzi,  rischia quasi sempre di eccedere, come secondo me è accaduto quest’anno. Perfino la mia mamma ultraottantenne ha commentato: “Bella quella di Al Bano  – ma non ha potuto evitare neanche lei di aggiungere – …certo, un po’ vecchiotta!“.

E dopo tanto spettacolo e tanta musica, dopo cinque giorni da ore piccole per i più ostinati, come rifluisce adesso il festival nella distribuzione e nel consumo di musica abituale?
Beh, ormai da anni osserviamo cambiamenti radicali anche in questo. Grazie alla tecnologia che sovrasta e governa i consumi, ormai non c’è più la ‘cultura’ di Sanremo come una volta. Con i format mp3,  le reti  in streaming, non esiste più neanche quello che era un vero e proprio rito della corsa ai negozi di musica per accaparrarsi appena uscito il disco in vinile, con l’impegno – per tutti noi delle radio – a non diffondere nessun brano  prima della conclusione del festival. Però, se devo dirlo , è bello lo stesso! Oggi resta lo stesso tutta la bellezza delle canzoni, quella ‘scoperta’ non si perde mai.

Dina, mentre  aspettiamo di vedere anche te  – magari emozionata su un palco sanremese – puoi dare, a quanti ancora non hanno avuto modo di seguirti negli appuntamenti che ti occupano, un flash veloce sulla tua attività odierna?
Mi occupo – in effetti – di tante cose. Dirigo un giornale, online come il vostro (ché il futuro è questo per la stampa e i giornali di una volta..). Il mio si chiama “Periodico Contatto.it”, lo seguo da diversi anni mentre curo pure l’Ufficio Stampa dell’Ordine dei Medici di Latina. Ho diverse collaborazioni (tra cui l’ultima, conclusa da pochi giorni, sempre a Latina con Radio Immagine – ndR) e per sette anni  ho condotto il programma del mattino “Buongiorno Lazio” su Lazio TV. Fino a quando superiori esigenze di budget non hanno imposto il ‘taglio’ occupazionale di tante vere professionalità…

Da qui al prossimo festival?
Sicuramente ancora tanto entusiasmo e  altre occasioni di incontro.

Intervista raccolta da Annalisa Romaniello

 

 

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