Foto Reportage di Luisa Ingravalle
Esiste una Terra aldilà del mare dove tutto è di più: i colori sono più brillanti, le nuvole più veloci, i tramonti più intensi, dove maggiore è l’armonia con cui, in poco spazio, la montagna cede il passo alla pianura.
Terra greca, Terra romana, Terra araba, Terra normanna, Terra del diverso, Terra di speranza. Tutto questo è la Sicilia: un pot-pourri di popoli e di tradizioni secolari, che, miscelandosi indissolubilmente, hanno creato un meraviglioso spettacolo, capace di emozionare chiunque.
Non saprei dire perché o cosa la renda tale. Forse però, questo potrebbe essere proprio il risultato della sua unicità, che la contraddistingue non solo rispetto alle altre regioni d’Italia, ma che differenzia essa stessa nel suo interno.
Non si troverà mai una zona simile all’altra, così come spostandosi si avrà l’impressione di sentir parlare sempre lingue diverse.
Palermo seduce con l’odore delle panelle dei venditori di strada e con i riflessi dei mosaici dorati del suo duomo, all’interno del quale in ogni angolo Gesù Cristo sembra seguirti con lo sguardo.
Agrigento ti rapisce portandoti all’epoca romana a passeggiare tra i templi.
San Vito ti sfida a riconoscere il confine azzurro tra il cielo e il mare.
Non si può nemmeno riassumere in poche parole una bellezza simile, che non basterebbe un mese per visitare tutta e che, per quante volte la si contempli, non riesce comunque a stancare gli occhi e l’anima.
Una bellezza che lo stesso Goethe così descrive “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra … Chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”.