IL COMITATO CIVICO DI CORI INSIEME AI CITTADINI CORESI, di CISTERNA, SABAUDIA, PRIVERNO E SEZZE, MA ANCHE LE STESSE AMMINISTRAZIONI DEI COMUNI DI CISTERNA E CORI, AVEVANO IMPUGNATO davanti al TAR Lazio il decreto Zingaretti N.303 che il 25 luglio 2019 aveva disposto la trasformazione di Punti di Primo Intervento della provincia di Latina in punti di Erogazione di assistenza primaria entro il 31.12.2019.
Con la voce dell’avvocato Pasquale Lattari, primo patrocinatore del ricorso, quello che segue è il racconto di una vittoria che ha il sapore della rivincita: del Buonsenso e del Rispetto per i valori della Cittadinanza attiva a difesa e tutela del Bene Comune.
La vicenda. Il 2 dicembre era fissata l’udienza di discussione per la sospensiva: i danni imminenti ed irreparabili per la popolazione dei centri lepini ove erano i PPI era evidente: dal 1 gennaio 2020 le strutture attualmente poste sotto la responsabilità del DEA (DIPARTIMENTO EMERGENZA ED ACCETTAZIONE) non avrebbero più avuto la strumentazione, i farmaci ed i personale idoneo per curare i casi di emergenza.
Spiega Lattari: “L’assistenza primaria non ha finalità di emergenza e perciò, nella prospettiva dei ‘tagli’ regionali, la struttura ospedaliera centrale sarebbero stata adiuvata in ciò niente di meno che da un’ambulanza (postazione 118). Si può bene immaginare quale garanzia ne sarebbe derivata ai cittadini in termini di stessa qualità ed anche continuità del servizio (si immagini se appena partita ambulanza fosse arrivato altro caso di urgenza!…). Il servizio sarebbe stato irrimediabilmente compromesso, del tutto inadeguato per Qualitas e Continuità.”
ALLA VIGILIA DELL’UDIENZA DEL 2 DICEMBRE, proprio nei giorni scorsi, Il COMMISSARIO ZINGARETTI CON DECRETO 479 del 2019 della Regione Lazio – ‘atto in attesa di essere pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia – HA ANNULLATO E SOSTITUITO IL DECRETO 303 DEL 25 LUGLIO 2019 IMPUGNATO.
E’ questa la grande novità e la decisiva correzione di rotta impressa dall’Amministrazione?
“La Regione con tale atto conferma la bontà del ricorso e modifica il testo con una frase decisiva, mantenendo il servizio in essere con “la continuità delle funzioni precedentemente svolte“…ossia in linea con il servizio attuale che, dunque, è tenuto a mantenere le caratteristiche di emergenza urgenza”.
E’ quel che si dice un’autentica vittoria, ma resta sotto osservazione la stessa efficienza del sistema…
“Si tratta dell’emergenza ed urgenza tipica del DEA, chiamato ad operare con strumenti, presidi farmacologici e sanitari, personale 24 ore su 24. L’assistenza dovrà essere garantita, per impegno del recentissimo decreto, da altro dipartimento ASL di assistenza primaria (che ha altre finalità, strutture, fondi etc..). Ciò sotto il profilo amministrativo non è agevole e si presta ad illegittimità e/o diminuzioni del servizio di urgenza ed emergenza. Sotto questo profilo, lo stesso decreto viola il decreto 70 del 2015 ( Lorenzin) che prevedeva per i PPI con più di 6000 accessi annui che restino sotto la responsabilità del DEA …proprio al fine di garantire e perseguire legittimamente le finalità di urgenza ed emergenza.”
Come dire che il mantenimento di una gestione sufficientemente stabile ed efficiente resta un obiettivo non del tutto scontato ..
“Proprio per questo – fermo restando l’indiscutibile risultato ottenuto con il ricorso del mantenimento del servizio dei PPI in essere – ho consigliato al Comitato ed ai cittadini – e nei prossimi giorni lo farò anche alle Pubbliche amministrazioni – di impugnare il nuovo decreto proprio per garantire sotto il profilo giuridico che il servizio di emergenza ed urgenza dei PPI sotto la responsabilita’ del DEA per ottenere GARANZIA DI CONTINUITA’ E COSTANZA NEL SERVIZO dei punti di primo intervento attuali. Il servizio di emergenza ed urgenza tutela il diritto alla vita che è diritto primario dell’uomo e nucleo insopprimibile del diritto alla salute diritto fondamentale del cittadino”.
Ci piace pensare che sia finalmente questo il punto di non ritorno, anche per centri lepini, per l’affermarsi di un valore autentico, mai derogabile per ogni comunità.
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