Si è svolta lunedì 27 gennaio a Cisterna di Latina la conferenza stampa dell’Amministrazione comunale in cui è stata ufficialzzata la presentazione da parte del Comune di Cisterna del nuovo ricorso amministrativo contro la Regione Lazio per la revoca del decreto del commissario ad acta e la delibera 1264 con cui la ASL ha istituito il Punti di Assistenza Territoriale (PAT) presso ciascuno dei centri minori della provincia, in luogo dei preesistenti Punti di Pronto Intervento (PPI).
Chi conosce le nostre pagine ha già seguito, fino allo scorso dicembre, il ‘dove eravamo rimasti’ di quella che si conferma essere una storia infinita, tuttora piena di incognite e contraddizioni. E ben comprende come – di fatto- sia stata ignorata la sentenza del TAR di Roma n. 14197 del 2 dicembre scorso, in annullamento del DCA U00303 in data 25 luglio 2019 della stessa regione Lazio.
Anche in quest’ultimo incontro con gli organi d’informazione, sono stati presenti l’avvocato Pasquale Lattari (ancora una volta gratuita la sua assistenza dei ricorrenti) e una sempre determinata assessora alla sanità Federica Felicetti. Entrambi hanno potuto ribadire il contenuto e il senso del nuovo atto giudiziario. Depositato appena lunedì scorso, oltre che dal comune di Cisterna, il ricorso è stato promosso in modo autonomo e contemporaneo anche da numerosi privati cittadini, primo fra tutti il portavoce del Comitato per il punto di primo intervento di Sabaudia, dr.Franco Brugnola e con lui numerosi altri appartenenti a vari Comuni, da Sezze a , Priverno, Cori e la stessa Latina. Come ben spiegato dall’assessora Felicetti, la rinnovata opposizione alla delibera della stessa Asl di Latina che ha rimodulato i Punti di Pronto Intervento riducendoli a meri e più destrutturati Punti di Assistenza Territoriale (PAT), è stato per l’amministrazi0ne un atto irrinuciabile, visto che non si potrà mai abdicare alla difesa di un diritto sacrosanto come quello alla Salute di Cittadini. Non può che destare allarme l’attuale conformazine di mezzi e strutture data ai Punti di Assistenza Territoriale: al cittadino che vi ricorra – a mo’ del ‘vecchio’ Pronto Soccorso – non potrà che fornirsi una prima e immediata accettazione cui far seguire immediato e inevitabile trasferimento al Pronto Soccorso del Goretti di Latina, di fatto unica struttura ricettiva di emergenza che resterebbe attiva sul territorio!
Di fatto, nulla è cambiato nel quadro delle strutture emergenziali in provincia pontina, malgrado le apparenti misure che a fine anno tanta speranza avevano ingenerato nelle comunità e comitati civici locali. Davvero viene in mente la frase del Gattopardo di siciliana memoria: si cambia (un provvedimento) perché nulla cambi di quella stessa misura, sicché drammatico e rischioso resta lo scenario la salute (e la vita) della popolazione.
Sul piano più strettamente tecnico, ha infine spiegato l’avv. Lattari, l’avere ormai incardinato il ricorso nel merito rende possibile, nell’eventualità di un caso emergenziale conclamato, azionare – prim’ancora dell’udienza di discussi0ne nel merito – la domanda di sospensiva della impugnata delibera ASL.
Resta, su tutto, un nuovo capitolo giudiziari0 come segno di una realtà niente affatto tranquillizzante per il benessere e la Salute delle Comunità locali del territorio laziale. Realtà che non si fatica a definire drammatica – se solo si pensi ai casi già verificatisi in provincia di Latina o Roma per mancata risposta a situazioni di seria emergenza. Come alto e concreto resta il rischio che la storia si ripeta, senza far tesoro del recente passato.
E se una nuova via resta aperta nella battaglia civica per un definitivo rispetto del diritto primario alla Salute, è ingiusto vedere affidate affidare alle sorti di un processo amministrativo la residua possibilità di scongiurare gli effetti di una così miope scelta amministrativa.
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