ROCCAGLORIOSA provincia di Salerno, cuore del Cilento. Già il nome è tutto un racconto: richiama in un colpo solo l’arrocco tipico degli agglomerati dell’alto medioevo, quando la rocca ed il castello rappresentavano insieme l’Autorità sovrana che giudica e protegge, la rassicurante chiusura all’assalto del nemico che viene da valle (nel nostro caso – prima dell’anno Mille – i terribili Saraceni).
Anche a Roccagloriosa (la Rocca per gli amici) l’estate richiama la maggior parte dell’originaria popolazione, lontana per il resto dell’anno. Rivivono, così, fra luglio e agosto, gli entusiasmi maggiori, anche diffusi per fasce di età ed estrazione sociale, in un panorama di iniziative mai convenzionali, sempre sentitissime, anche se cambiano gli interpreti, si alterna lo stile e lo spirito che muove ogni impresa …
La Rocca delle Arti è la tre giorni che ha celebrato nella seconda metà di agosto la sua VII Edizione, riempiendo tutte (proprio tutte!) le vie serrate, le piazzette storiche del paese. Fra gli immancabili stands variopinti di oggetti, prodotti, richiami e ‘strilli’, si annunciava, quest’anno in particolare, un rinnovato calendario di eventi e occasioni di incontro. Giuseppe Gerundo, titolare di supermercato, componente appassionato e da anni attivissimo in Pro Loco, segue “Rocca delle Arti” sin dalle primissime battute. Gioca al ribasso, ma non nasconde soddisfazione: “Restiamo prudenti, ma la stima che facciamo di più di 3000 presenze è sicuramente per difetto. Anche quest’anno abbiamo avuto visitatori provenienti praticamente da ogni parte della provincia. Da Policastro a Camerota, da Villammare fino a Pontecagnano e Sala Consilina… Davvero, mai come quest’anno una così alta affluenza e per tutte le tre giornate. Perfino gli autisti dei bus-navetta (un servizio ormai perfettamente rodato che collega in pochi minuti la parte bassa del paese al centro storico, nel vivo della manifestazione – NdR ) ci riferiscono che la gente arrivava a frotte, fino a tardissimo. E per loro, pure a quell’ora, è stato un vero piacere vedere tanto pubblico”.
Dal rione di San Cataldo, quello più a valle, giusto all’ingresso del paese, sono in molti anche a scegliere la passeggiata a piedi, a salire lungo i pochi tornanti che
conduco al centro della rocca e nel vivo del paese, della Rocca.
Ancora Gerundo: “Sin dalle primissime edizioni la rassegna ha avuto lo spirito di una ‘mostra dei Mestieri’ e, appunto, delle Arti più antiche, quelle che oggi coincidono con l’artigianato quasi introvabile. Così la gente può guardare come si fa il sapone, i metodi del vinaio e gli strumenti della cantina, o quelli del maniscalco, altro mestiere in estinzione… Oppure, si raccontano le virtù dell’asino su cui si guidano i più piccoli per una passeggiata in mezzo alle case… “.
D. Ci dica dei laboratori, quest’anno li avete incrementati.
“Sicuramente i laboratori teatrali sono stati il vero fiore all’occhiello . Tanti laboratori di lettura e recitazione, o di fotografia e pittura, ma soprattutto, insieme agli Artisti di Strada, si è arricchita la presenza del teatro non solo con la compagnia ‘Teatraria’ che ha presentato diverse tipologie di spettacolo distribuite nelle tre serate, ma anche – per la prima volta a Rocca – la compagnia scenica toscana ‘Frammenti”’ con la “Lacrimosa storia di Romeo e Giulietta”. Gli artisti si sono perfino trattenuti a Rocca una giornata in più per salutare noi dell’organizzazione e il paese con una replica del loro spettacolo, regalandoci una serata magnifica! Ma non sono mancati i laboratori sensoriali, con assaggi di olio e miele e l’illustrazione dei metodi di lavorazione…”
Firmano “Rocca delle Arti” anche professionisti di caratura nazionale. Uno su tutti, amico e presenza immancabile è il fotografo Antonio Barrella, ‘figlio’ di questo borgo, fotografo per Gattinoni e Bulgari, che dal suo studio Orizzonte a Roma non manca mai l’appuntamento con la sua terra nella tre giorni ormai da non mancare per l’estate cilentana. Nel tempo – e sempre meglio – è davvero entusiasmante il coinvolgimento di gran parte della popolazione (i residenti sono poco meno di 1800), a dare un contributo personale, anche logistico, concedendo l’area del vicolo stretto davanti casa, o aprendo le abitazioni più antiche (da non mancare cortile e giardino della Famiglia Caruso che fronteggia il duomo di San Giovanni).
“Quest’anno – si sofferma ancora la nostra ‘guida’ – abbiamo pensato di dedicare particolare attenzione anche all’illuminazione e all’addobbo di angoli meno conosciuti del paese. Abbiamo curato meglio gli itinerari guidati e pensato di valorizzare i tanti portoni storici dell’abitato. I visitatori hanno così scoperto angoli meno battuti, come ad esempio il cd. Cetrangolo, un tempo perfino malfamato (quando mancavano i wc – quasi una latrina a cielo aperto!…). Oggi, risanato e reso vivibile, è stato riscoperto con piacere anche dai paesani, come i due signori anziani, che sono venuti a rallegrarsi e a ringraziare per essere tornati lì dopo tanti anni, pur vivendo a Rocca da sempre”.
Musei aperti,come per tutto il periodo estivo, grazie alla presenza di volontari e volontarie del servizio civile, come Rossella Marotta e Natalina Trìpari. Guide ospitali e attivissime, pronte ad accompagnare e illustrare il percorso all’interno delle due sedi dell’Antiquarium – la maggiore e più ricca al Borgo S.Antonio, più piccola quello di piazza del Popolo presso l’ex sede comunale – ci dicono entrambe tutto il rammarico per lo scorso risalto che continuano a trovare a livello di comunicazione, malgrado custodiscano realtà storiche e culturali di grandezza assoluta e solo una minima parte dei ritrovamenti archeologici nell’area a ridosso dei monti Capitinali. Sono tantissimi i reperti e i materiali anche preziosi non esponibili per mancanza di spazi. L’esplorazione dell’area è stata compiuta a varie riprese a partire dal 1976 dalla Soprintendenza archeologica di Salerno Avellino e Benevento.Una vera svolta nelle operazioni di ricerca si ebbe a partire dal 1982 quando, grazie una concessione di scavo del Ministero e il sostegno finanziario dell’Università dell’Alberta e del Consiglio delle Ricerche del Canada, consentirono intraprendere un progetto di esplorazione di uno dei principali nuclei di abitato all’interno del pianoro centrale, entro una cinta muraria di km.1,200 di ampiezza. La vasta necropoli del IV secolo a.C. che è possibile raggiungere con un comodo percorso a piedi, giusto al di sopra del’abitato del quartiere di ‘Rocchetta’, fa di Roccagloriosa patrimonio del’Umanità riconosciuto dall’Unesco sin dall’anno 1998.
Quanti dei turisti che, ormai da tutt’Italia, sempre più conoscono e amano le spiagge di Palinuro, Marina di Camerota, Agropoli o Villammare, conoscono tanta ricchezza di storia e cultura, a così pochi chilometri di distanza?
Dal ‘sacro’ al profano, non sarà certo il caso di perdersi la gastronomia! Fra sughi , grigliate e parmigiane – tutto rigidamente secondo tradizione e a km 0 – protagonisti assoluti restano i cavatelli – nella duplice produzione con farina di semola e del pregiato farro la cui coltivazione ha ripreso vita, nel territorio circostante, grazie alla passione di alcuni locali che valorizzano i terreni particolarmente adatti. Una cifra su tutte: 3 quintali di farina per circa 85 chili di cavatelli di semola e almeno altri 80 di farro. La pasta per i vendutissimi primi, conditi con sugo di pomodoro e pecorino, è ogni anno prodotta con l’organizzazione di una vera e propria task-force di irrefrenabili donne (ma anche uomini, perché no?), prima a ‘cavare’ sapientemente, poi a servire il prezioso prodotto nell’area sopraelevata di Piazza del Popolo: pasti caldi e consumazioni cui nessuno rinuncia mai.
Siccome a parlare di numeri non si sbaglia mai, è su questi che ascoltiamo anche il presidente della Pro Loco Roccagloriosa, Mirko Grizzuti.
D. Avrete già tracciato un bilancio di questa VII edizione: come la valutate?
“Ci rendiamo conto che la manifestazione cresce di anno in anno per interesse del pubblico, per l’incremento delle proposte inserite nel programma e, dunque, richiede un impegno organizzativo sempre in crescita. La Pro Loco per prima, e tutti i numerosi volontari che supportano ogni anno il nostro sforzo, è posta – quest’anno, forse, per la prima volta, dinanzi all’esigenza di dotarsi – per il futuro – di strutture umane e materiali degne della crescita che l’edizione 2016 ci ha confermato. E’ un bilancio sicuramente positivo e gratificante, ma ci affida anche la responsabilità di rispondere sempre meglio alla risposta che viene dallo stesso territorio: mai come quest’anno sono in tanti a ritenere che, in tutto il Cilento e circondario, “Rocca delle Arti” sia l’unica manifestazione di questo livello e ricchezza di offerta turistico-culturale.
D. Su quali risorse economiche avete potuto contare?
La manifestazione, grazie alla previsione in bilancio comunale, può contare su un minimo contributo (intorno a € 1000,00!) dal Comune. Per il resto, l’evento è interamente a carico della Pro Loco per un saldo – ancora provvisorio – intorno a €16.000,00. Ci affidiamo ai contributi liberi degli operatori commerciali o delle associazioni di cittadini cui si aggiunge l’autofinanziamento che deriva da una lotteria e soprattutto dalla richiestissima tre giorni gastronomica con la vendita di cavatelli e parmigiana su tutto.
D. Come incide una manifestazione di questo genere per il tessuto economico della comunità di Roccagloriosa? Esiste una effettiva valenza di rilancio e spunto per nuove iniziative?
“Sicuramente gli operatori commerciali hanno modo, con tre giorni di grande movimentazione in paese, di attivare nuovi percorsi di diffusione e contatti per la propria attività. Questo dovrebbe valere, però, a livello più strettamente locale: i nostri commercianti e operatori agricoli dovranno affinare uno spirito di iniziativa e collaborazione che non si esaurisca con i pochi mesi estivi: Roccagloriosa ha tante ricchezze e patrimoni da sfruttare tutto l’anno.”
D. In questo, la stessa Pro Loco può fare da stimolo e sostegno?
“Sicuramente si ed è il nostro proposito per il futuro. Anche quest’anno non siamo riusciti a correggerci nelle modalità di richiesta dei sussidi volontari, a cominciare dalla vendita dei biglietti della lotteria, affidata – per carenza di collaborazioni – agli stessi volontari impegnati per gli allestimenti degli stands o altro. La stessa richiesta di un sostegno ‘libero’ non ha coperto e raggiunto tutti i soggetti (commercianti, imprenditori in primis) del territorio di Rocca e la frazione limitrofa di Acquavena e ciò ha alienato la contribuzione di un grande numero di soggetti che attendevano – e a ragione – un contatto più diretto e mirato: problemi di comunicazione e diffusione che andranno sicuramente superati”.
D. Il futuro, insomma, si presenta ricco di prospettive!
“…e di cose da ripensare e programmare! Basti pensare che, già all’indomani della serata finale, si sono proposte altre associazioni dei centri vicini, pensando all’anno prossimo (da Sapri, un laboratorio di bambole artigianali ha già preso contatto non solo per una mostra ma anche un workshop – NdR). E’, ora, un nostro impegno preciso proseguire un percorso di evoluzione e crescita che sia anche culturale della manifestazione. Roccagloriosa deve acquisire sempre più consapevolezza di essere vero patrimonio di questa parte di Cilento e del Vallo di Diano. Non è mai facile crescere e affermarsi, specie nella carenza di strutture e mezzi finanziari che attanaglia notoriamente le nostre zone. Ma c’è da essere orgogliosi di quanto fatto fin qui e saremo orgogliosi di raddoppiare l’impegno,anche per coinvolgere sempre meglio tante altre realtà e professionalità di cui il nostro territorio non può fare a meno”.
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