La comunità di chi segue il nostro giornale torna sulle nostre pagine a visitarlo ogni estate, come un piccolo laboratorio dell’Italia dei Territori. Roccagloriosa (SA), centro campano cuore del Cilento, conta meno che 2000 abitanti, solo un nato in tutto il 2018 nel segno drammatico della desertificazione dei centri storici e della imperante disoccupazione giovanile. “La Rocca” (così per amici e compaesani) vive le contraddizioni dei piccoli e piccolissimi centri, del Sud più che mai: ricchezza di potenzialità, risorse mal sfruttate, decremento della popolazione a tutto danno di ogni sviluppo.
La nostra personalissima ‘puntata’ 2019, più che su eventi culturali o manifestazioni di folclore ha scelto di incontrare una figura protagonista del momento politico e amministrativo del paese: donna e professionista, fra impegno pubblico e famiglia, l’avvocato Anna Maria Felicia Nardo è dal giugno 2018 assessora alla Cultura nella giunta guidata da Giuseppe Balbi, forte di un netto successo sulla consolidata maggioranza di centrodestra.
Brillante e instancabile, Anna è il tipico avvocato che solo per luogo comune diremmo ‘di provincia’: la grande città e il megastudio legale fu lei stessa a rifiutarli dopo aver vinto una prestigiosa selezione a Salerno e conosciuto lì e toccato con mano gli incoraggianti esordi nell’attività forense:
“Io non sono di Rocca – spiega – nata a Vallo della Lucania. Di Vallo è la mia famiglia, con papà che è stato nel mondo della Scuola come direttore amministrativo. E nemmeno ho scelto Rocca per amore, ho deciso di vivere qui prima di conoscere mio marito e scegliere con lui di costruire qui il nostro futuro [che, da poco più di un anno, ha il nome e il visetto impertinente della piccola Elisabetta! NdR].
Mi sono vista ‘inscatolata’ in un sistema di vita e in una dimensione che percepivo non appartenermi fino in fondo. Oggi sono convintamente a fare di questo posto nient’altro che il coronamento di una scelta consapevole. Non è poco!”C’è tanta fermezza e anche sorprendente pacatezza in questa donna ‘a tutto tondo’ sicché non ci metti molto a immaginarla determinata e niente affatto remissiva nel perseguire il suo obiettivo, anche se fai fatica a pensarla accesa polemista o irruenta nei modi. Piuttosto pensi all’acqua, che scorre lenta ma spacca i ponti!
Questo t’aspetti da un avvocato, che per la sua causa deve spuntarla per forza e lei ha fatto proprio così, proponendosi alla sua comunità da protagonista e non da comprimaria. E infatti ha vinto.
“Queste sono zone splendide, meriterebbero di trovare finalmente una concreta prospettiva e a chi spetta provare, se non a noi stessi cittadini che reclamiamo a buon diritto un altro orizzonte? Io ho trovato giusto mettermi in gioco e non restare tra quanti preferiscono lasciarsi scorrere davanti le ‘sorti umane e progressive’ come se guardassero un pessimo film già visto in tv, senza neanche avere voglia di cambiare canale per cercare qualcosa di meglio”.
D. A leggere le opinioni della gente, specie nelle piccole comunità, non mancano mai luci e ombre. Che bilancio può trarsi dopo i primi 12 mesi di amministrazione Balbi?
“Dopo anni di immobilismo, si è cominciato a percepire un vento nuovo, la gente ha mostrato di credere in una proposta nuova, soprattutto di affidarci la grande responsabilità di mettere mano a vizi atavici e problemi irrisolti da troppo tempo. Noi abbiamo scelto di provarci, anche accettando il rischio di non essere sempre compresi. Spesso la gente si aspetta soluzioni lampo, non coglie la grande difficoltà che l’opera avviata dal sindaco ha incontrato per conoscere nelle pieghe di tante storture e ritardi organizzativi”.
D. Il caso di Roccagloriosa si è distinto, un anno fa, per il netto successo elettorale che ha riportato grandi speranze e entusiasmo fra la gente. Che ne è dell’onda lunga della partecipazione?
Non si tratta di ‘onda lunga’ quanto della implacabile severità di giudizio che talvolta riscontriamo da parte di molti che, pure, si sono incamminati al nostro fianco. I bisogni sono tanti, la posizione di Roccagloriosa in seno al comprensorio del parco del Cilento chiama il paese tutto a considerare e vivere con maturità l’attuale momento storico, la delicata fase che non solo un piccolo centro come il nostro – ma l’intero Sud Italia nel suo insieme – è chiamato a vivere con l’esigenza di farsene protagonista attivo e maturo.
D. Si è da poco conclusa la 10^ edizione di Rocca delle Arti , momento clou dell’estate rocchitana, e forse proprio l’edizione appena conclusa si è rivelata la migliore in assoluto. E già non sono mancate voci discordanti, specie sul ruolo affidato – per la prima volta – ad un’associazione privata in luogo della Pro Loco.
“Questo che citi è un esempio di ciò che intendo: per rendere concreto il cambiamento si rischia anche di essere soggetti a strumentalizzazioni o, peggio, di affrettare valutazioni. Su “Rocca delle Arti” la scelta è stata quella di aprire a nuove realtà produttive e non solo del territorio, di favorire un vero scambio e arricchimento attraverso nuove esperienze e protagonisti culturali. Anche se tutto è perfettibile, e lo vedremo meglio alla prova dei numeri, dovrebbe riconoscersi unanimemente la perfetta efficienza organizzativa dimostrata, anche per l’edizione più ricca e complessa di sempre, da un Comune piccolo come il nostro che è stato letteralmente invaso da tanti visitatori giunti davvero da ogni parte della provincia e non solo dalla fascia costiera. Pensiamo in primis alla sicurezza, alle dotazioni dei presidi sanitari e al servizio d’ordine profuso in tre intensissimi giorni in pieno agosto. Grazie davvero all’impegno di tutti”.
D. Si chiede di sfruttare meglio un’occasione così importante, tradurre meglio per l’interesse pubblico il grande volume di attività cui si assiste ogni anno…
“Questo deve essere l’obiettivo. L’intervento privato può risultare una risorsa in più, uno stimolo alla compartecipazione della migliore imprenditoria dei nostri luoghi soprattutto a beneficio di un’intera comunità. Sono certa delle migliori prospettive che intendiamo garantire da qui in avanti, con la maturità raggiunta dalla manifestazione. Dobbiamo assicurarci innanzitutto la trasparenza e il confronto a tutti i livelli: il pericolo maggiore che vedo è che possa crearsi distacco fra le cose del Comune e la realtà che vive il cittadino, come se nulla fosse cambiato rispetto alla vecchia gestione amministrativa del nostro magnifico centro”
D. La nuova Giunta ha fin da subito collocato in primo piano il rispetto per le tematiche ambientali. Già nel 2016 il Comune di Roccagloriosa era entrato nel consorzio dei Comuni per il P.U.C. (Piano Urbanostico Comunale NdR) di zona. Da quella che appariva la scelta per un’ottimale gestione costi-benefici fra le Amministrazioni locali del distretto, ad un ripensamento che schiude un presente ricco di incognite. Che ne è stato?
“Non per responsabilità politica, ma tecnica, quell’operazione finalizzata ad ottimizzare proprio gli ingenti costi – e anche le tempistiche – che la realizzazione di un piano regolatore comporta, è stata disattesa dalla precedente amministrazione e da noi ovviamente ereditata. In realtà non è possibile al Comune di Rocca vincolarsi ad altre realtà – sia pure confinanti – senza rischiare di compromettere proprio sicurezza e benessere del nostro territorio. Malgrado ottimi rapporti d collaborazione con Celle di Bulgheria piuttosto che Torre Orsaia e gli altri soggetti di quell’accordo, l’Amministrazione ha bisogno di valutare e approfondire per i cittadini le realtà strettamente peculiari che condizionano pesantemente lo sviluppo della comunità. Per esemplificare, saremo senz’altro chiamati a un duro impegno per scongiurare che dallo smaltimento scorretto di materiali esausti possano inquinarsi per sempre salubrità e assetto ambientale dell’area proprio alle porte dell’abitato, cioè dell’inteso paese. E’ un problema delicatissimo che tocca autorizzazioni allo smaltimento, implica conoscenza e applicazione delle norme speciali e di sicurezza. Occorre massima vigilanza e cautela nelle verifiche …”.
D. Insomma, in politica, pesa più l’esperienza o la spinta di entusiasmo e innovazione, per aspirare al cambiamento?
“Direi che l’importante è la fiducia e la consapevolezza nel perseguire un progetto.
Non è mai semplice inserirsi in un quadro nuovo: la stragrande maggioranza di noi della lista giungeva per la prima volta allo scenario elettorale, non certo da politici di professione, Questo ha sicuramente fatto sì che molte siano ancora le cose da fare e soprattutto da condividere con la collettività affinché siano proprio i cittadini che ci hanno dato fiducia a comprendere a pieno le cose che intendiamo fare, per loro e – dunque – per tutti noi. Non abbiamo mai inteso la nostra mission come una gestione da una sala dei bottoni, senza curarci di essere compresi né seguiti da chi ci ha votato”.
D. Anche per quanto attiene alle misure del Piano Sociale di zona, il Comune ha linee precise pensate per coinvolgere e unire la collettività….
“Questo è il nostro obiettivo, lo spirito del rinnovamento che vogliamo.
Troppo spesso riscontriamo – però – anche a questo proposito esserci ben poca voglia di comprendere i fenomeni, acquisire le informazioni indispensabili che vengono fornite, in una parola sono ancora in pochi a collaborare e seguirci nella voglia di crescere, piuttosto che sfiduciarsi e diventare i primi a professare sfiducia e scetticismo.
Non parliamo se ad essere toccati possono essere, poi, interessi ravvicinati e particolarissimi come un sussidio. So di guadagnarmi un ennesimo scatto di impopolarità, forse perderò tanti de i voti attribuitimi sul campo, ma sotto la mia responsabilità non verranno mai concessi emolumenti di natura assistenzialistica per rispondere ai veri bisogni di chi merita lavoro dignitoso e vere opportunità.”
D. Come vedi il futuro della legislatura, alla ripresa dell’attività sulle tante questioni aperte?
“Non ci nascondiamo che la strada è tanta e pure in salita… né potremo negare di avere sbagliato, forse perfino di avere peccato di presunzione o cattiva ‘lettura’ dei dati sotto i nostri occhi, ma la nostra scelta ci impone di credere con la stessa fiducia, di mantenere alto il senso di appartenenza al territorio e con questo la voglia di contribuire a risolvere. Come ha detto Peters, il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno”.
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