Vogliamo essere Europei. Non lo siamo per caso, non per ventura ereditata dal pensiero di pochi velleitari intellettuali confinati a Ventotene negli anni della guerra. Crediamo, invece, l’Europa sia davvero il posto per gli uomini e le donne liberi, forti e convinti dei loro diritti da portare nelle strade e nelle piazze delle nostre nazioni.
Questo Natale europeo ha il volto sorridente di Antonio Megalizzi, ma un sorriso negato per sempre dal più recente attentato contro l’Europa, la Pace, la Civiltà. E la foto di Antonio ci ha richiamato – troppo facilmente – quella di Valeria Soresin, la ricercatrice italiana caduta il 13 novembre del 2015 nel folle attentato al Bataclan di Parigi. Come Antonio, Valeria amava la gente, lo scambio tra mondi e culture, sognava e già viveva il suo futuro in Europa.
I volti e le storie di questi due splendidi testimoni di pace e civiltà ritornano insieme in queste ore di Natale nella memoria delle persone libere, vogliose di progresso, di noi che ci proclamiamo tali e crediamo ancora possibile il bene piuttosto che l’abbandono alla violenza e al sopruso del tempo presente. E sentiamo come dovere civico dare il nostro contributo personale perché si avvicini, già nell’arco del nostro momento storico, il tempo del Ritorno proprio come una nuova Nascita: al pacifico raziocino, alla cautela che non disdegna di ascoltare, alla cultura che è fatta di condivisione e partecipazione.
Nel nome di persone appasionate ma normali come dovevano essere Antonio e Valeria. Nell’irrazionale desiderio – almeno in questo momento di Natale – di non averli perduti.
aerre
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