Latina- Piazza del Popolo – 29 luglio 2016
Anche nel capoluogo pontino lo spettacolo itinerante del direttore de Il fatto Quotidiano, autore del libro “Perché NO” per spiegare gli errori e i mali che rendono inaccettabile la riforma Boschi.
Un tour senza pause, un giro d’Italia a spiegare “Perche NO” contro ‘tutte le bugie del referendum’ e il silenzio della TV: una grande denuncia itinerante è lo spettacolo teatrale di Marco Travaglio, tratto dal libro scritto con Silvia Truzzi per smontare senza incertezze le menzogne su cui fonda la riforma costituzionale che attende gli Italiani al referendum del prossimo ottobre (salvo ‘opportuni’ rinvii…).
Giornalista di razza (scuola Montanelli), direttore de Il fatto quotidiano, centrale presenza nei talk-show del nostrano dibattito politico, Travaglio mette in scena la sua massima indignazione contro le superficiali ragioni del ‘SI’ , sostenuto da scienziati con maglioncino alla Crepet, opportunisti alla Benigni ( “…ci ha fracassato i… con la storia della‘più bella del mondo’…”), approfonditi e in incompetenti portieri di nazionale trasformatisi in legislatori dell’ultim’ora, filosofi alla Cacciari in crisi d’identità. Un referendum ridotto a sconcertante diatriba pro o contro la sopravvivenza stessa del governo che della riforma si fa vanto, avvolgendo i cittadini italiani di argomenti e ‘bombardamenti’ mediatici a senso unico a sostegno del ‘SI’. Il testo alterna ironia e precisione di dati, riferimenti tecnici e ragionamenti comuni all’uomo della strada, per descrivere i modi e le stesse affermazioni che, in puro stile renziano, vengono da mesi propinati agli italiani come soluzione epocale per le sorti del nostro Paese. Di più – protesta Travaglio – non è dato discutere, nel preoccupante squilibrio informativo dettato da una TV omissiva e votata alle ragioni del ‘SI’. Non certo dei contenuti della riforma, non certo del merito e della fondatezza di scelte delicatissime e niente affatto scontate.
Trovàta dello spettacolo, oltre che vero e proprio snodo narrativo sulla scena del classico ‘one man show’, è l’entrata in scena dell’affascinante, brillante, vivacissima Giorgia Salari nei panni dell’ immancabile Maria Elena Boschi. Capelli biondi, tacchi a spillo su magnifico tubino rosso vivo, la ministra per le riforme del governo Renzi si presta all’intervista di Marco Travaglio e affronta con leggiadra sicurezza questioni che padri costituzionalisti hanno scolpito sulla carta nel 1948 e che un nugolo di intraprendenti e i temerari riformisti vicini al ‘giglio d’oro’ di Matteo pensano bene di cambiare, senza troppi ‘ma’ e ben poche spiegazioni sui ‘perché’.
Divertenti gags, a riprodurre – quasi un tormentone – le sconcertanti uscite di Maria Elena, che più che spiegarci le scelte e i tecnicismi di articoli incomprensibili (400 parole e periodare insostenibile), vanta piuttosto di se stessa le origini aretine, gli insegnamenti del babbo (si, forse non ottimo maestro nel far di conto…), poi soprattutto a citare il ‘Pesidente NapolEtano’ e l’imprimatur da questi garantito alla riforma, perché “… fallito questo momento storico, l’occasione di riformare non si potrebbe mai più ripresentare!..” e allora povera Italia!
Quasi due ore di agile discorrere, a snocciolare dati e titoli di giornali, senza ricorso a slides o filmati ma forte di tanti argomenti , chiamando per nome le fondamenta della Carta, ragionando di bicameralismo, federalismo, funzione legislativa…
La piazza di civili cittadini resta gremita fino alla fine e non solo per la gradevole occasione di una tregua serale alla calura diurna: con varie letture e diversi orientamenti, si coglie l’importanza del tema, si avverte per tutti la centralità di quella medicina primordiale, ‘ossigeno’ vero di una comunità: è l’INFORMAZIONE, bellezza!