Partecipare della Pasqua provando a percepire la realtà degli uomini e le donne del tempo di Gesù. A loro fu dato di vivere e partecipare in prima persona del giorno decisivo, quello che raccoglie in sé Mistero e Rivelazione, Paura dell’inaspettato e Gioia della Resurrezione.
E’ uno sforzo vero, quello che si rinnova il giorno di Pasqua, il cui mistero ci costringe sempre ai limiti del nostro essere umani, in un vero, assoluto impegno di volontà e raziocinio, tra fede e limitatezza.
Noi, uomini e donne proiettati verso il Tremila, siamo sovrastati dal succedersi inarrestabile della Storia e di immani eventi che dal tempo di Cristo hanno soverchiato l’immagine di un sepolcro divelto in terra di Palestina. Secoli e poi millenni con il carico di tutto quanto umano (forse troppo umano, dice il filosofo) ancora oggi si frappone e offusca verso la conquista, per ciascuno, della Verità. E si rinnova, nel succedersi dei Tempi, lo ‘scandalo’ mai risolto di una morte di cui non c’è prova, di un corpo che nessuno ha mai più visto. Di contro, permane forte l’eco di un evento senza uguali, quello della vita che rinasce da quel sepolcro e proclama la sconfitta della morte.
Nel giorno di Pasqua del 2017 ci piace fare nostra la nostra riflessione a prima mattina diffusa dalle frequenze Rai Radio1. Come tante altre avremmo potuto ascoltare in queste ore, si sofferma a contemplare l’Incredibile che si manifesta e rende più vicina la Speranza.
Dall’Evangelo secondo Marco capitolo 16 versetti da 1 a 8.
“Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto vennero al sepolcro al levare del sole. 3 E dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?». 4Ma alzàti gli occhi videro che la pietra era stata rotolata ed era pure molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto a destra, vestito d’una veste bianca, e furono spaventate. 6Ma egli disse loro: «Non vi spaventate, Voi cercate Gesù il Nazareno che era stato crocifisso. Egli è risuscitato, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano messo. 7Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che Egli li precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». 8Esse uscite fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore. E non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura.”
“La notte di quel sabato è passata, sorge il giorno e tre donne ebree vanno al cimitero di Gerusalemme per terminare l preparativi del corpo di Gesù, sepolto da tre giorni.
Giunte al sepolcro incontrano un giovane vestito di veste bianca il quale certifica che la tomba è vuota perché “..è risuscitato, non è qui, ecco il luogo dove l’avevano messo”.
Un annuncio sconvolgente, inatteso, un avvenimento che coinvolge anche altri perché quelle tre donne spaventate devono andare a dire ai discepoli e a Pietro che egli li precede in Galilea, “là lo vedrete, come vi ha detto”. Un incarico importante per delle donne, perché dovranno raccontare a degli uomini qualcosa di inaudito e incredibile: Gesù è veramente risuscitato.
Come raccontarlo? Come essere convincenti? Dunque, ecco degli eventi importanti a chiusura del nostro vangelo: delle donne al sepolcro, l’annuncio sbalorditivo che consente a quella storia – invece – di ricominciare. E di ricominciare con l’incarico di riportare la notizia ad altri, pur se lo spavento colpisce tutti, tanto da rimanere in silenzio.
Di questi eventi certamente il più significativo riguarda la presenza di un giovane vestito di veste bianca che annuncia la risurrezione e chiede di parlarne a tutti. Sono due aspetti di un medesimo messaggio, ma anche qualcosa di cui ogni attore del vangelo rimane e deve rimanere sconvolto. Com’è possibile credere alla resurrezione? Come credere che Gesù, che è stato crocefisso, ora è risorto? Come credere che Gesù sia tornato in vita? E dove si trova il suo corpo, dato che la tomba è vuota? La tomba è vuota forse perché il corpo è stato trafugato dai discepoli?
Forse non era veramente morto ed è fuggito? Come credere che Gesù è risorto? E’ un evento che è accaduto senza testimoni oculari, durante la notte tra sabato e domenica, qui nessuno può giustificare qualcosa, solo l’assenza del corpo di Gesù e non si può credere perché le stesse donne, le prime testimoni dell’annuncio, ora erano talmente spaventate che non dissero nulla a nessuno. Eppure era necessario far passare la notizia se il cimitero non è più il luogo di Gesù.
La sua storia deve ricominciare là dov’è iniziata, in Galilea.
Diviene allora importante divulgare la notizia della risurrezione, perché sia un nuovo inizio.
Tutto può ricominciare, con rinnovata fede?. Tutto può ricominciare con rinnovato impegno?
Dopo il sepolcro, dunque, non tutto è finito e vi è un inizio? Nuovamente ancora domande, perché l’Evangelo su Cristo risorto tace e vuole che a parlare siano altri. L’Evangelo qui finisce, con delle donne impaurite che scappano a casa loro. Il racconto è come spezzato, interrotto e interrotto dalla parola’paura’. Ebbene, se quelle donne non parlarono ora tocca a noi parlare. Non possiamo rimanere muti e in silenzio. Noi non abbiamo più paura,perché abbiamo conosciuto – e non creduto – che Gesù Cristo è il nostro Signore risorto dai morti.
Noi abbiamo creduto l’incredibile. Ora è il nostro turno e dobbiamo decidere se questa storia di Gesù deve proseguire nei nostri giorni oppure deve rimanere chiusa come si chiude un libro.
Egli è vivente e cammina davanti a noi, sulla nostra strada e ci invita a seguirlo, oggi come in passato. Ci chiede di accogliere la sua parola perché è dono di vita vera. Ci chiede di percorrere la sua via , pure se stretta e disagevole, che conduce alla vita, però.
Ci chiede di rinunciare al nostro bene personale per portare la sua croce, di seguirlo e di lasciare i nostri pesi inutili e di prendere i pesi degli altri perché siamo ormai sopraffatti dall’amore gli uni per gli altri. Ci chiede di annunciare a tutti che la sua è una storia che ogni giorno ricomincia perché ora vi è resurrezione e nulla mai potrà fermare la sua potenza, potenza di vera vita. Amen.”
Predicazione di Pasqua del Pastore Evangelico Giovanni Anziani – Da “Culto Evangelico” di domenica 17 aprile 2017 – Radio 1 Rai –