Nasce la GIUSTIZIA RIPARATIVA per le COMUNITA’. Avviato nel Lazio il primo esperimento in Italia.

Nasce la GIUSTIZIA RIPARATIVA per le COMUNITA’. Avviato nel Lazio il primo esperimento in Italia.

Un nuovo e grande progetto per la Giustizia riparativa viene ancora una volta promosso dall’Ufficio di Giustizia riparativa di Latina  attivo presso Il Consultorio diocesano familiare “Crescere Insieme” della Diocesi  di Latina-Terracina-Sezze Priverno.

Fatto nuovo, forse epocale, è che l’istituto della giustizia riparativa come misura alternativa di approccio con l’autore del reato viene applicato non più e non solo al singolo responsabile di violazione della legge, ma all’intera comunità territoriale cui quel soggetto appartiene. E’ insomma un cambio di prospettiva radicale che allarga l’attenzione verso il fatto-reato e chiama la città, l’amministrazione pubblica, la società nel suo insieme a prendersi cura e responsabilità della ‘ferita’ aperta dall’azione del singolo.

In Italia da più parti e da anni si dibatte sul tema della giustizia riparativa di Comunità, e già numerosi sono i contributi che a livello ministeriale sono stati espressi in favore di una concreta applicazione di una misura di intervento che fosse ‘collettiva’ e sociale piuttosto che solo individuale, incentrata sull’orizzonte esclusivamente privato del fatto-reato.

Al Consultorio della diocesi pontina, già segnalatosi alla cronaca come il primo avamposto per la gestione delle istanze di mediazione penale e mesa alla prova provenienti dal tribunale penale e da quello dei Minorenni di Roma,l si uniscono – da oggi –   due dirette articolazioni del  Ministero della Giustizia: l’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna di Roma e di Latina e la sede distaccata di Latina dell’Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni di Roma. Sono questi i tre poli del progetto «Un’esperienza di giustizia riparativa sociale e di comunità»:è la  prima, effettiva esperienza di intervento su base collettiva e di coinvolgimento  di un’intera comunità territoriale.

Siamo di fronte all’applicazione della  giustizia riparativa rivolta a casi di conflittualità sociale, dunque ad uno strumento per  intervenire sulla  valenza collettiva che inevitabilmente ogni reato  acquista, generando   pregiudizi e portando divisioni e traumi  in danno dell’intera collettività locale.

Spiega l’avvocato Pasquale Lattari, Coordinatore Ufficio di Mediazione Penale di Latina e vero promotore della prima concreta attuazione  di una forma comunitaria di intervento riparativo:
I percorsi di giustizia riparativa – previsti dalla legge –  sono in favore delle persone coinvolte nel reato. Tanto il colpevole che la vittima sono chiamati ad una  partecipazione personale, libera, volontaria ed  attiva  per restituire spazio di parola e di ascolto e di confronto circa l’offesa arrecata e/o subita.  Nei casi positivi, deriva un’ attività riparativa, un concreto impegno in  progetti finalizzati a riparare le conseguenze  del reato e del conflitto ossia a ricucire e riparare i pregiudizi e danni a quei beni ed interessi relazionali che il reato ha provocato. Da oggi sarà possibile che in provincia di Latina si inizi a lavorare anche a livello collettivo sulle conseguenze delle violazioni provocate dal singolo.”

Nel suo ultimo saggio  “La Giustizia Riparativa”  Lattari prospetta una vera e propria ‘filosofia’ alla base di questo istituto.

Come si realizza un intervento ‘alternativo’ di Giustizia in una dimensione collettiva?

“Le attivita’  della giustizia riparativa sono flessibili e applicabili a tutti gli  ambiti in cui il conflitto rende difficile le relazioni personali o sociali fra persone. Nel caso di   conflitti sociali – presenti o in fieri – si tratta di  ambiti interni ad una   comunità o piuttosto di  situazioni ambientali, solo apparentemente più indondabili ma altrattanto concrete. Tutti i  conflitti sociali sono potenziale  focolaio di   tensioni e situazioni spesso ingestibili anche a livello di Ordine Pubblico. Da qui si generano   situazioni di marginalità, abbandono ambientale, si pensi al degrado di certi  luoghi e perfino   quartieri o anche parte più ampia di un  territorio in cui si ripetono alcuni particolari reati (per es. spaccio, furti etc..) con spazi pubblici gli ambienti e luoghi collegati – parchi, piazze. Il passo è breve perché si giunga al senso di attenuazione del controllo sociale – in particolare circa adolescenti o minori –  in un pericolosissimo   aggravarsi di situazione ed effetti.
Ecco, la cultura della giustizia riparativa va al di la’ del procedimento penale e gli approcci alla conflittualita’ giudiziaria/penale perché la sua forza sta nel dialogo e nella volontà di comprensione dell’altro. Non come eccezione ma come scelta”
.

La ‘macchina  virtuosa’  è già avviata, in provincia di Latina, con – primo fra tutti – il Comune di Aprilia. Da lunedì 22 marzo hanno preso il via i primi incontri operativi tra il locale consultorio Famiglia e Vita (della diocesi di Albano), la parrocchia di S. Spirito (sede delle riunioni), il Comitato di quartiere Toscanini e anche vari operatori del mondo educativo e della Scuola.

Con gli auspici – davvero collettivi – per un esperimento pilota che già sta riscuotendo interessamento da altre amministrazioni del pontino, a cominciare dal capoluogo.

SUI TEMI DELLA GIUSTIZIA RIPARATIVA E DI COMUNITA’ LA REDAZIONE DI LED STA  GIA’ LAVORANDO AD  UNA SERIE DI WEBINAR/TAVOLA ROTONDA  CON LA PARTECIPAZIONE DEI MAGGIORI INTERPRETI DEL VASTO SCENARIO. Impegno comune – anche informativo – per una crescita di civiltà che appartenga a tutti e a ciascuno.

 

 

foto Antonella Cascone – Piazzafutura.it