Ci fermiamo a pensarla, questa nuova morte di alpinisti, rinnovando le domande che non trovano mai risposta.
Sono domande da esseri più ‘normali’, nel senso di semplicementi più ordinari? Di persone meno coraggiose a sfidarla, la morte? Perché di sfida alla morte dev’essersi trattato, ti viene da pensare mentre osservi la spaventosa immagine delle due sagome immobili in mezzo alla neve dell’Himalaya ha sommerso Tom Ballard, inglese dal Trentino, e Daniele Nardi, l’italiano che la piccola Sezze (LT) piange nel ricordo di un ragazzo da sempre innamorato della sua montagna e che proprio di quella ha fatto il suo destino. Guardi alla tv la ripresa aerea che ti indica i colori delle due giacche a vento immobili nel mare di neve e cerchi assurdamente di immaginare cosa abbiano pensato in quella terribile fine, cosa avranno tentato di fare, una volta giunti fin lì, a circa 6000 degli 8126 metri verso la nona vetta più alta del mondo. Temibile lo è sempre stato, il Nanga Parbat, ma sfidarla d’inverno – avvertiva anche il grande Messner – rende quella montagna ancora più terribile e spietata. Mortale.
Da queste pagine, da chi non sa amare la montagna che attraverso le storie e i miti, i racconti e i grandi scenari, la scelta migliore è affidare il saluto più forte alla voce di chi ha potuto conoscere nel quotidiano la vita del ragazzo Daniele o vivere l’ideale dell’uomo, seguendolo in un’altra grande avventura già di qualche anno fa.
Era il 2013, sempre sul Nanga Parbat. A ‘raccontare’ quel giovane, innamorato perso del ‘Gigante’, c’era il regista Renato Chiocca per descrivere con le immagini quello che forse solo alle immagini può essere consegnato.
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“Questo è Daniele la prima volta che vide con i suoi occhi il Nanga Parbat nell’estate del 2008.
E’ un fotogramma dal documentario che mi invitò a girare seguendolo in spedizione, offrendomi così la possibilità di vivere una delle esperienze più importanti della mia vita.
Quell’anno conquistò la vetta, ma riconquistò anche una parte di se stesso. Era generoso e forte, non gli sono mai mancate lucidità e disciplina, ma era anche un uomo sensibile, che soffriva le perdite e amava l’amicizia. Era tenace nei rapporti, senza mezze misure, diretto nel farti sentire parte del suo mondo.
Con lui lassù mi si è rivelato il nostro pianeta come mai mi era apparso, scoprendo come una montagna potesse splendere nella notte con la sola luce delle stelle. Quella stessa montagna che pare oggi se lo tenga per sempre.
Gli sono debitore di tante emozioni, di ricordi unici, e anche del privilegio di essere diventati amici. E gli amici restano anche da lontano. Ma mi mancherà.”
Renato Chiocca – regista e attore
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“ciao Dan
Amico , compagno di classe …..ricordo ancora quell’uscita in Semprevisa, avevamo circa dodici anni, tu sapevi già dove andare e come orientarti io mi sarei perso dopo 5′ senza di te ..fenomeno vero , ora il tuo ricordo onorerà per sempre le vite dei tuoi cari e riempirà di orgoglio chi ti ha conosciuto ..la tua sorte e’ figlia del tuo grande sogno e del tuo immenso coraggio …Ci rincontreremo un giorno ..Fai buon viaggio” ❤
Lucio Luppino – dottore farmacista