Dalla penna di Enrico Di Fabio, con la regia di Pierfrancesco Ambrogio, dal 20 al 25 marzo al teatro Trastevere di Roma è di scena il circo. Ovvero la vita.
di Lucia Monopoli *
Portare il circo a teatro non è stata un’idea divertente e neanche simpatica… è stata un’idea impertinente.
Il nano, il domatore, il pagliaccio, il funambolo, la donna bersaglio… classici del mondo circense, ricostruito ad arte in un ristretto spazio scenico, da sempre annosamente deputato a coccolare animi poetici, melodrammatici, aulici e politicamente corretti. E che noia.
In controtendenza, la rottura dei canoni e l’insolenza di autore e regista, hanno dato voce al talento di 4 attori che, a dispetto del nome della compagnia (Four Garden), di banalmente bucolico hanno poco.
Verve animalesca e camaleontica interpretazione hanno svelato la faccia nascosta non tanto (o non solo) della vita circense ma del genere umano che cela dietro lustrini e paillette squilibri, arrivismo, brama di potere, cattiveria…follia. Il tutto in barba al concetto di famiglia, di unione e di affetto.
Ma è davvero svelato il grande bluff?
L’animo umano è così voltagabbana?
Lotta generazionale o ovvio anacronismo?
Ma può uno spettacolo teatrale scomodare tanti interrogativi?
Adoro Lucy per la sua folle normalità. Apollonio per l’astuta ingenuità. Artemide per l’indomabile controllo. Tito la sfrontata riverenza. E i vecchi? Divini e immortali…
Se la professione dell’attore consta di immedesimazione, compenetrazione e dedizione, questi 4 mattatori ne hanno dato davvero prova, con spalle larghe e occhi lucidi.
E’ uno spettacolo da vedere, assaporare, digerire, condividere… e ripetere il ciclo.
Un plauso alla magistrale scenografia, curata e di grande effetto. Un altro ai costumi, trucco e parrucco, efficaci e azzeccati.
Un altro alla voce della scatola, da brividi.
A proposito, ma in quella scatola cosa…???
Ah no questo è spoiler, vabbeh.
* – Instructional designer e critico teatrale freelance
