Prende il via la serie di eventi con cui la nostra testata intende ‘esplorare’ i maggiori temi del Lavoro e delle Imprese.
Il momento è topico per il nostro Paese, per le scelte che incombono nei prossimi mesi in campo economico non meno che sociale e più strettamente politico.
LED comincia con un convegno di assoluta attualità, che si propone di riflettere sui risvolti disciplinari che governano il settore pubblico italiano. Toccheremo da vicino vicende e problematiche ben presenti alla cronaca nazionale, dove titoli in prima pagina non hanno tardato a battezzare con il marchio di “furbetti del cartellino” i vizi senza virtù della classe impiegatizia del Belpaese. Per non dire delle vicende di corruttela che a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione hanno dipinto – e tristemente confermato negli anni – un tratto dell’Italia che finisce troppo spesso per caratterizzarci e prevalere, al cospetto dell’Europa intera.
L’evento all’Hotel Europa di Latina, dal primo pomeriggio di mercoledì 24 ottobre, è già ‘sold out’ anche ai fini degli accrediti formativi riconosciuti dall’Ordine forense. Miglior ‘padrone di casa’ non può che essere l’avvocato Pasquale Lattari il cui libro di recente uscita e già recensito su queste pagine ecensito su queste pagine, farà da fulcro del dibattito con veri specialisti come gli avvocati Riccardi, Maliconico e Valleriani, veri esperti e portatori di significativi preziosi punti di osservazione.
Perché un compendio di diritto disciplinare?!?
A parte la natura esperienziale del testo, nel senso che deriva dallo studio finalizzato alla difesa dei tantissimi dipendenti che in questi anni ho assistito nel pubblico impiego, v’è da evidenziare nel corso degli ultimi anni vi è stato il progressivo enuclearsi ed affermarsi del diritto disciplinare come vera e propria disciplina autonoma ricca di un corposo diritto sostanziale e di una parte procedimentale e processuale. Materia peraltro oggetto di continui interventi del legislatore approfondimenti di studio e di confronto da parte di illustri studiosi. Materia – quella della responsabilità disciplinare – che è assurta ad una vera e propria disciplina autonoma, specie grazie ai pochi studiosi che l’hanno investigata approfonditamente.
E’ la normativa che si è venuta sviluppando sui cd furbetti del cartellino??
L’intervento del legislatore su questo fenomeno ha avuto rilevanza mediatica evidenziato in occasione degli svariati e scandalosi comportamenti di pubblici dipendenti diffusi dai media ma la normativa disciplinare è molto più complessa e tuttavia la necessità di aggravare le pene ed i proc.ti per i furbetti del cartellino ha dato occasione di rivisitazione dell’intera materia disciplinare con importanti risvolti giuridici.
Peraltro gli interventi legislativi degli ultimi decenni in materia di pubblico impiego hanno esteso i doveri e gli obblighi lavorativi dei dipendenti, con crescita – in caso di loro violazione – delle ipotesi sanzionatorie e disciplinari. Aggravate di recente con l’intento di combattere i comportamenti di palmare devianza.
Anche la normativa del rito disciplinare è innovata; ma – al cospetto di quella sostanziale – risulta regolata da pochissime norme (art. 55bis – 55 octies TU 165/2001) ricche di interpretazioni giurisprudenziali.
Attualmente i procedimenti disciplinari disciplinati dal d.lgs. 165 del 2001 possono essere classificati in:
-Procedimento semplificato – previsto art.55 bis co.1 e disciplinato dal contratto collettivo – per gli illeciti disciplinari con sanzione minimale del rimprovero verbale
-Procedimento ordinario – previsto dall’art. 55 bis – per tutti gli illeciti disciplinari con sanzioni sino al licenziamento (senza preavviso)
-Procedimento speciale – con tempi abbreviati e provv.ti specifici – previsto dall’ art. 55 quater – per i gravissimi illeciti disciplinari con sanzione del licenziamento disciplinare e per specifici illeciti commessi in flagranza
Quindi una specifica normativa nel diritto del lavoro.??
La materia disciplinare – come tutta la regolamentazione legislativa e pattizia del pubblico impiego privatizzato – è complessa e complicata:
-Complessa nell’accezione della stretta correlazione tra gli istituti: tra gli elementi della materia sostanziale – doveri ed obblighi – e tra questi e la responsabilità disciplinare che attiva l’obbligatorio proc.to disciplinare.
-Complicata nell’accezione di “difficile” sia sotto il profilo sostanziale che processuale accentuata dal corposo fascio di obblighi e doveri lavorativi dei dipendenti pubblici.
Nell’ultimo decennio cospicui interventi legislativi finalizzati a dare produttività e funzionalità alla PA hanno inciso sulla materia disciplinare e sulla premialità e performance per incentivare ed orientare l’azione dei dipendenti. Ma solo gli interventi sul disciplinare sono vigenti ed efficaci.Accrescere l’incisività della materia disciplinare quale unica via per indurre comportamenti virtuosi dei dipendenti e incentivare la funzionalità della PA è un approccio parziale ed inefficace.
Quale ritiene essere la caratteristica saliente del testo che verrà presentato il 24 ottobre??
La necessità di esemplificare. La lunga esperienza ventennale a tutela di dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni “incolpati” mi ha consentito un approccio alla materia “dal basso” dalla parte del lavoratore che subisce il procedimento disciplinare.
Da tale prospettiva l’esigenza primaria del testo è esemplificare – per cercare districarsi tra i doveri ed obblighi lavorativi sparsi in numerose disposizioni legislative e pattizie – ed enucleare i principi fondamentali del rito disciplinare per esercitare compiutamente diritto di difesa del lavoratore.
Diritto di difesa che a volte risulta difficile da un lato ex sé dall’avere come controparte una PA con tutti i poteri ispettivi, di accertamento e di documentazione di cui dispone e dall’altro dall’avere il dipendente i tempi contingentati ed incalzanti previsti nel proc.to disciplinare per esercitare compiutamente il diritto di difesa.