Il bene che viene dal prossimo 1

Il bene che viene dal prossimo

XXVI MEETING dell’Amicizia – Rimini 19-25 agosto 2016

DSCN9168Meeting dell’Amicizia tra i Popoli, incontro di genti e mondi in costante movimento e immancabile confronto.
E’ la XXXVI edizione quella che anche noi di Led scegliamo di seguire da vicino, convinti di quanto sia giusta e sempre più attuale la via della condivisione dell’impegno di cui le giornate disegnate nel solco dell’insegnamento di don Giussani sono esempio tangibile e concreto.
Mai come quest’anno appare centrato e perfetto TU che campeggia sul manifesto dell’evento e quasi viene incontro al visitatore del magnifico centro fiera. TU sei un bene per me non è solo un titolo ben pensato e ‘azzeccato’ per l’occasione: è soprattutto giusto perché assolutamente vero.
Il valore del prossimo è un dato oggettivo che supera tutte le limitatezze del pensiero corto e della visuale miope di quanti – da sempre – nel mondo e nella storia, vogliono chiudere confini e abbattere ponti. TU sei il mio prossimo, come io lo sono per te, TU rende comuni i nostri diversi problemi, le rispettive tensioni, le infinite diversità tra le genti.
Un mondo da esplorare e seguire con l’interesse che meritano – sempre – percorsi e realtà di grande respiro e dichiarata ambizione. Il Meeting 2016 vive sicuramente di grandi proposte e occasioni alte di riflessione e stimoli e, attraverso convegni, mostre, testimonianze e documenti offre modalità forti di lettura del momento storico tra i più drammatici e globali della realtà italiana e globale.
In altre parti del giornale proponiàmo – di preziose giornate di incontri e scoperte – tanti ‘scatti’ dal meeting, persone, momenti, scoperte.
Facciamo nostra, nella primissima valutazione di un evento straordinario come questo, la perfetta intuizione di un grande laico e spirito libero come Indro Montanelli che, non a caso, guardando alla storia rifletteva e guardava ai giovani : “…è proprio questo, credo, che i giovani inconsciamente cercano e vogliono in un mondo dell’effimero come quello in cui noi li abbiamo fatti nascere: qualcosa che non abbia tempo perché è eterno, e che gli offra alcunché di stabile su cui posare – e riposare – i piedi”.

Annalisa Romaniello

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