Una semplice chiacchierata con i nostri figli che diventa pretesto di un’ illuminante rilevazione statistica.
Da Agostino Mastrogiacomo, chef di fama e sensibile coscienza critica nel dibattito socio-politico in provincia di Latina, ecco il racconto più vivo di quanto il calo demografico stia cambiando la realtà italiana. E’ la crisi economica il primo deterrente a mettere al mondo bambini nel nostro Paese, dove si diventa genitori ad età sempre più avanzata. Dal 2016 ad oggi, è il fattore povertà a incidere drammaticamente sulla popolazione più giovane. Dal Rapporto sulla povertà della Caritas Italiana emerge un allarmante incremento del dato che, riferito all’Italia, ci pone in allarmante solitudine rispetto al resto d’Europa, dove i numeri della disoccupazione giovanile sono ben più tollerabili e sotto controllo. Già fra 2010 e 2015, secondo i rilevamenti di Eurostat 2017, il totale di italiani a limiti di povertà era giunto a 17 milioni 469mila (28,8% della popolazione) e, tra questi, quasi 2 milioni i giovani. Basse remunerazioni, instabilità e incertezza del lavoro non rallentano: ancora troppo severo il quadro che frena la voglia di futuro delle giovani famiglie italiane.
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Non sono molte le occasioni in cui mi ritrovo con i miei tre figlioli tutti assieme.
Qualche mese fa è successo e tra i tanti “ti ricordi quella volta che” il discorso è finito sul periodo scolastico, di quando tutti loro erano studenti di scuole superiori. Così ho rivolto ai primi due, Claudia ed Alessandro una domanda: Ma voi sapete che fine hanno fatto, dove si trovano i vostri compagni di liceo?
Così , per gioco, hanno stilato una lista dove erano presenti i nomi di tutti i loro compagni e compagne.Poi la seconda domanda è stata: Ma voi sapete quanti di loro hanno figli?
L’altra domanda, della quale conoscevo già la risposta, è stata: quanti erano i ragazzi stranieri nelle vostre classi? La risposta è stata: nessuno. Gia’ , perchè parliamo di ragazzi di 36 e 35 anni . Tanti sono gli anni che hanno i miei primi due figlioli così come il loro compagni e compagne di liceo.
Si puo’ ragionevolmente pensare che per tutti loro i giochi per diventare madri o padri siano alla fine, o quasi.
Per carità, magari si mettono tutti a figliare quando hanno 45 anni, grazie al nuovo favoloso mondo concepito da Grillo e Casaleggio, ma la vedo difficile. I figli vanno concepiti da giovani, io penso, anche perchè cosi quando hanno 20 anni tu ne hai 40-45 ed hai una nuova vita da percorrere . Se invece li generi a 45 , quando saranno grandi da essere autonomi tu sei pronto per iscriverti a tutti i tornei di briscola del paese. In più la mia ultima figliola di anni ne ha 23 e già nella sua classe di liceo vi erano dei ragazzi stranieri, ma erano pochini (5 su 27)
E oggi? Scuole con meno classi ma più figli di immigrati ed in certe zone del nord Italia senza figli di immigrati non ci sarebbero proprio le classi. Il bello è anche che conosco diversi sovranisti italianisti convinti e sfegatati che di figli non ne hanno proprio e non ne prevedono affatto.
Insomma, di quale Italia stiamo parlando quando diciamo che deve essere lasciata e tutelata per gli ITALIANI (che non fanno figli )? Quali ITALIANI , quelli che – come me – tra qualche anno se ne vanno in pensione?… pagata dal lavoro di chi, poi?
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