Nelle ultime settimane che ancora sanno di estate, torniamo a leggere il rapporto 2017 fornito da Goletta Verde sullo stato dei mari italiani * Lazio, Calabria, Campania e Sicilia le regioni con il mare più inquinato * Sanzioni dall’Europa per il mancato rispetto della direttiva sulla depurazione
La navigazione di 7412 km sulla costa italiana di Goletta Verde di Legambiente, con 260 punti campionati, di questi il 40% dei campioni di acqua analizzata, sono risultati inquinati con cariche batteriche al di sopra dei limiti di legge. Si tratta principalmente di un inquinamento legato alla presenza di scarichi fognari non depurati. Sono 38 i siti malati cronici (gli stessi negli ultimi cinque anni), a dimostrazione che non si è fatto nulla, che si concentrano soprattutto nel Lazio (8), in Calabria (7), in Campania (5) e Sicilia (5). Dopo i molteplici appelli non ascoltati negli anni, lanciati alle amministrazioni e agli enti competenti, per verificare le cause dell’inquinamento, Legambiente ha presentato alle Capitanerie di Porto 11 esposti, uno per ogni regione in cui sono presenti i malati cronici di inquinamento. Gli esposti sono stati fatti sulla base della legge sugli ecoreati che ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale, tra cui il reato di inquinamento ambientale (art. 452 bis cp). Gli esposti, si legge nel comunicato stampa di Legambiente, sono stati effettuati per incoraggiare le Autorità competenti ad intervenire per fermare i numerosi scarichi inquinanti che costituiscono una minaccia per il mare, la salute dei bagnanti e la biodiversità. Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente ha dichiarato: “Il mare italiano continua a soffrire per la presenza di numerosi scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare e anche quest’anno i dati di Goletta Verde confermano nuovamente la gravità della situazione, segnata anche dal problema dei rifiuti galleggianti e spiaggiati e dalle continue illegalità ambientali che sfregiano coste e territori italiani”. I tecnici di Goletta Verde hanno considerato come inquinanti i risultati che superano i valori limiti previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigenti in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinanti quelli che superano di più del doppio tali valori. I campioni di acqua fortemente inquinati sono stati l’82%. I punti più inquinati e fortemente inquinanti sono stati prelevati alle foci dei fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi che si sono confermati i nemici numero uno del nostro mare. Le migliori situazioni sono state riscontrate in Sardegna, Puglia, Emilia-Romagna e Veneto. Invece critica la situazione in Abruzzo, Sicilia, Campania, Lazio per scarichi non depurati che finiscono in mare. Il ritardo dell’Italia rispetto le scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione è ormai decennale. L’Italia ha due condanne dall’Europa e una terza procedura di infrazione che coinvolgono 866 agglomerati, di cui il 60% in sole tre regioni Sicilia, Calabria e Campania, ed oltre ai costi ambientali hanno ripercussioni economiche a carico della collettività. Alla sanzione da pagare all’Europa di 62,7 milioni di euro una tantum scattata dal 1 gennaio 2017 va considerata l’aggiunta di quei 347 mila euro per ogni giorno (circa 10 milioni di euro al mese), sino a che non saranno sanate le irregolarità.