HA PRESO IL VIA IN QUESTI GIORNI IL PRIMO CENTRO DI GIUSTIZIA RIPARATIVA DELLA REGIONE LAZIO. ABBIAMO INCONTRATO L’AVVOCATO PASQUALE LATTARI, MEDIATORE PENALE E REFERENTE DELLA STRUTTURA che per i prossimi due anni sarà il punto di riferimento per tutte le procedure del Tribunale per i minorenni di Roma in materia giudiziaria riparativa e di mediazione nel settore penale.
intervista raccolta da Annalisa Romaniello
E’ annuncio di questi giorni di fine estate 2020 e rappresenta un raggio luminoso, davvero la classica ‘bella notizia’ malgrado l’emergenza-pandemia, le incognite del futuro scolastico e di tante altre sfide che già attendono il nostro Paese, fra elezioni regionali e referendum per riduzione del numero dei parlamentari.
Conosciamo da vicino il varo di un progetto di rilevanza nazionale, coltivato e costruito in anni di appassionato impegno sociale e professionale di chi lo ha sempre creduto possibile, coronamento di anni di impegno nel sociale da parte di professionisti di varie estrazioni fra avvocati, psicologi, assistenti sociali della provincia di Latina, da sempre attivi nel mondo della giustizia minorile.
Dalle loro esperienze professionali emergono i racconti dal vivo di storie che dipingono un substrato di dolenti condizioni umane e ambientali come si conosce genericamente l’esistenza in ciascuna delle nostre città, ma di fatto e troppo a lungo sono tanti i casi che rimangono sommersi, tutt’oggi verità ancora estranee a tanta parte della società civile e delle Istituzioni. E’ a questo mondo che si rivolge e guarda un centro di giustizia riparativa e una struttura come quella che prende le mosse ufficialmente – da settembre 2020 – nel capoluogo pontino.
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In Italia si è iniziato a dibatterne dal 1988, con l’introduzione dell’istituto della messa alla prova nel codice di procedura penale minorile.
I concetti in uso erano quelli tradizionali di GIUSTIZIA RETRIBUTIVA - intendendosi con essa la retribuzione, attraverso lo sconto della pena, a seguito della commissione del reato - e di GIUSTIZIA RECUPERATORIA che fa riferimento alle caratteristiche della pena da intendersi come trattamento tendente a recuperare il reo. E tuttora l'ordinamento italiano non conosce una definizione compiuta, a differenza di quanto è presente in molti testi legislativi internazionali, a cominciare - su tutti - dai " Basic principles on the use of restorative justice programmes in criminal matters" elaborati dalle Nazioni Unite 24.7.2002: «La giustizia riparativa è qualunque procedimento in cui la vittima e il reo e, laddove appropriato, ogni altro soggetto o comunità lesi da un reato, partecipano attivamente insieme alla risoluzione delle questioni emerse dall’illecito, generalmente con l’aiuto di un facilitatore. I procedimenti di giustizia riparativa possono includere la mediazione, la conciliazione, il dialogo esteso ai gruppi parentali [conferencing] e i consigli commisurativi [sentencing cirles].
I primi strumenti di emersione della giustizia riparativa nel ns ordinamento si sono avuti con il processo penale minorile. L'Art.28 la Sospensione del processo e messa alla prova:
Il giudice, sentite le parti, può disporre con ordinanza la sospensione del processo quando ritiene di dover valutare la personalità del minorenne all'esito della prova disposta a norma del comma 2. ...
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Ad accompagnarci a conoscere più da vicino la realtà che in provincia di Latina già si annuncia come autentica innovazione e importantissimo primato anche a livello nazionale, non può che essere l’avvocato Pasquale Lattari, amico di questo giornale che già in molte occasioni ha scritto per noi di giustizia, mediazione, della funzione sociale del diritto a fianco di fasce bisognose di tutela, di riconoscimento dei propri diritti, in una parola, di giustizia. Dopo anni di impegno professionale come giuslavorista e attivo mediatore civile e penale, parla entusiasta e determinato.
Cominciamo … dal principio! La giustizia riparativa nel Consultorio familiare Diocesano è gestito dall’Associazione per la famiglia ONLUS. Come nasce la realtà di oggi a Latina?
La giustizia riparativa ha un nome ed un cognome..quello di un ragazzo che ho assistito come difensore d’ufficio al Tribunale per i minorenni.
E nasce da UNA SCONFITTA!! Si proprio una sconfitta
Questo ragazzo, poiché aveva precedenti, viene individuato dopo un riconoscimento fotografico da una signora che aveva subito molestie (era stata afferrata dalle spalle ed era stata pesantemente palpeggiata..il colpevole era fuggito immediatamente).
La cosa amareggiava molto il giovane che si proclamava innocente, mai avrebbe compiuto una cosa del genere.
Dal verbale risultava che il colpevole aveva sovrastato la donna essendo più alto di lei.
In tribunale per i minorenni, vittima e imputato si sono incontrati e la signora ha potuto verificare direttamente come il ragazzo fosse tanto gracile e più basso di lei. Da qui, abbiamo effettuato concretamente un incontro di mediazione penale sui generis nel cortile del Tribunale per i per i minorenni prima di entrare in aula: l’uno ha riconosciuto le sofferenze dell’altro delle quali erano incolpevoli e il procedimento si è concluso con un assoluzione piena.
Sembra il miglior finale per una storia …
Ma la sconfitta deriva dalla condotta successiva … lo stesso iter della mediazione, il dolore per essere stato accusato ingiustamente, non sono serviti a recuperare quel ragazzo e a distoglierlo dal compiere ulteriori reati!! Peccato, certo, ma da quella esperienza è nato l’incontro con Valentina Zuliani, l’assistente sociale dell’Ufficio servizi sociali del Comune di Latina che seguiva e conosceva la storia il ragazzo. Con lei abbiamo avviato le nostre riflessioni sulla giustizia riparativa che all’epoca era solo letteratura e teoria… Poi la conoscenza con le ulteriori operatrici dell’ufficio, Lilly Catizone, Cecilia Russo e la dott.ssa Donatella Caponetti direttore del Centro Giustizia Minorile di Roma, persona davvero illuminata e lungimirante, hanno fato il resto.
E il resto è dare vita a una nuova impostazione del lavoro del consultorio fino alla nuova struttura del servizio..
Il Consultorio familiare diocesano di Latina, di cui faccio parte [area legale e mediazione anche familiare NdR] insieme ad altri colleghi, ha accolto la mia proposta che era quella di ricercare l’incontro tra reo e vittima in un’attività giuridica e civile ma anche autenticamente cristiana. Anche altri colleghi che hanno seguito e sostenuto questa linea, in primis Paolo Roberto De Vito. Il progetto ha portato alla costituzione – in via sperimentale – all’Ufficio In mediazione…Il Ministero era molto cauto sull’idea, basti pensare che l’ufficio si chiama “di riconciliazione e riparazione in ambito penale minorile” ma non reca la dizione “Mediazione”, all’epoca ancora in fase sperimentale per Noi e per lo stesso Ministero.
Bisogna dire che il Presidente dell’epoca Mimmo Zappone – a cui va la dedica dell’attività – un sognatore ma anche un concreto cristiano ha individuato – in tale attività legale e civile – anche un’autenticamente cristiana e l’ha sostenuta insieme al Vescovo dell’epoca mons. Petrocchi – ora Cardinale a l’Aquila – e continua ad esserlo dall’attuale presidente Vincenzo Serra e dal vescovo Mons.Mariano Crociata che ci sostiene nell’attività dell’intero Consultorio
Quali sono state le prime esperienza sul campo?
Abbiamo avuto molti ragazzi che hanno recuperato la loro dimensione sociale rientrando dalla devianza. Non tutti ricorderanno che la prima baby gang al femminile italiana operava e fu scoperta a Latina… Ebbene, quelle ragazze sono venute da Noi, hanno chiesto scusa…incontrato le vittime…
Da allora siamo stati i primi del Lazio a praticare la mediazione penale minorile. Abbiamo incontrato tanti ragazzi, rei e vittime, tanti volti sofferenti…spesso è stato possibile vederli riacquistare la serenità, la prospettiva di un futuro diverso.
Siete attivi anche nella formazione.
Aspetto fondamentale in cui crediamo molto. Abbiamo organizzato corso di formazione per mediatori ed attualmente nel nostro Ufficio sono attivi molti professionisti, preparati e strutturati per la specifica mediazione.
Ma nel tempo è sorta l’esigenza di organizzare anche corsi di formazione per difensori d’ufficio, per gli avvocati di Latina, come pure per la figura di curatore del minore.
Stiamo organizzando anche – il covid ha rallentato – un corso per tutori per i minori non accompagnati, in collaborazione con il Garante dell’Infanzia Regionale. Con la d.ssa Sansoni che è responsabile del Garante in Provincia di Latina, abbiamo attivato una forte collaborazione. Operiamo attivamente in seno al Nucleo Operativo Bullismo della Provincia di Latina che incontra studenti, professori e genitori per la formazione prevista dalle legge 71 sul cyberbullismo.
Ora che la ‘macchina’ organizzativa è avviata, si apre per voi un momento di maggiore responsabilità verso il territorio…
…e di tanto da fare! Speriamo di dar conto, già a breve, di un bellissimo progetto. Su cui, però, concediàmo spazio a un po’ di sana scaramanzia!
intervista raccolta da Annalisa Romaniello