Il telefono del marito è spesso aggredito da strani virus che fanno apparire donne prorompenti. Date le sue esagerate rotondità, lei ha impresso nella memoria una tale Lux.elita, seguitissima sul social Instagram: non c’è storia, per il fedifrago di turno!
Ironia a parte, se il proprio compagno lascia il telefono incustodito è bene fare finta di non averlo visto e tirare dritto. La tentazione di andare a controllare sms, messaggi Watsapp o Facebook andrebbe dominata. Da un lato per vivere più tranquilli, dall’altro perché è come se si stesse aprendo una busta chiusa contenente una lettera cartacea indirizzata ad altri. Comportamento assolutamente vietato dal nostro codice penale (art. 616) che, dando attuazione all’articolo 15 della Costituzione, ai sensi del quale la segretezza della corrispondenza è un valore inviolabile, punisce chi, non autorizzato, prenda cognizione del messaggio a lui non destinato. Protette, al verificarsi di determinati presupposti, anche le email (615 ter). Paradossalmente, mentre nei reati contro il patrimonio (furto, appropriazione indebita, ecc..) esiste una causa di non punibilità del coniuge, genitore, figlio/a, suocero/a
e fratello o sorella conviventi, non così per la violazione della corrispondenza custodita nello smartphone. In teoria chi ricava informazioni da un telefono non suo, anche se del coniuge, rischia la pena della reclusione fino a un anno o persino fino a tre se il contenuto appreso viene rivelato.