“Esperienza” da: Il muro della terra (1964-1975) di Giorgio Caproni
Tutti i luoghi che ho visto
che ho visitato
ora so ne son certo
non ci sono mai stato
Giorgio Caproni
Ha scritto di questi versi il critico Gianni Quilici: “L’esperienza (titolo della poesia) è un io che ha vissuto e che ha naturalmente ricordi, ricordi di luoghi che nella memoria sempre più si restringono fino a divenire immagini remote, immagini remote senza più corpo, irreali”.
La pittura di Cruciano Nasca, in arte Nun, si fa sensibile lettura di questi versi. Così l’artista, siciliano da Agrigento trapiantato a Latina, ci racconta l’ispirazione ricevuta: “In realtà il dipinto non è proprio scaturito dalla poesia, piuttosto sono stati i versi de l’Esperienza che l’hanno conquistato e se ne sono impadroniti, dandogli un senso compiuto e raccontando al meglio l’ispirazine prima. Perché descrivonono in modo sublime una realtà di cui talvolta non siamo consapevoli, e cioé che la città, le cose introno a noi, non sono mai statiche e ferme, come ci sembra osservando le vie, i palazzi, le persone. E questo continuo movimento rende tutto più fluido, armonioso e al tempo stesso impercettibilmente nuovo. Così la città si rirova morbidamente, come sull’acqua. E con naturalezza ritrova se stessa, riscoprendosi ogni volta diversa”.