La Cassazione conferma la condanna al comandante Francesco Schettino: dopo entrambi i primi gradi di giudizio, è ormai definitiva la pena a16 anni di carcere quale responsabile unico del naufragio della nave da crociera Costa Concordia che, nella notte del 13 gennaio 2012, costò la vita a 32 persone fra turisti e membri dell’equipaggio.
“Dalla Suprema Corte Cassazione è veramente tutto… ” ha commentato l’avvocata Annamaria Romeo di Latina (LT), a conclusione della lunga giornata di giovedì 12 maggio con la lettura della sentenza, emessa dopo 4 ore di Camera di Consiglio.
“Sono al capolinea di un’esperienza professionale umana e personale unica – commenta a caldo la Romeo – … memoria di un processo che resterà nella storia!”. Definisce un piacere e un onore aver condiviso il suo lavoro con i colleghi del pool di legali con cui ha condiviso 5 anni di intensa attività. Oltre ad Annamaria Romeo di Latina, provenienti da tutta Italia gli Avvocati Cesare Bull Alessandra Guarini Michelina Suriano Edoardo Mensitieri Sergio Bellotti Massimiliano Gabrielli Domenico Chirulli , in assistenza a circa 100 dei passeggeri coinvolti nella drammatica vicenda. Nell’arco del doppio grado di giudizio e 5 anni di intensa attività processuale (fra costituzione di parte civile, richiesta di sequestro di una nave a garanzia dei danni, denuncia contro i vertici Costa ..), hanno anche dato vita al blog’ Giustizia per la Concordia’ .
Sotto il profilo strettamente tecnico, già nei mesi scorsi è stata approfondita nei commenti degli operatori del diritto, la figura di una fattispecie di “danno punitivo” che ha fortemente caratterizzato la strategia processuale. L’azione che ha trovato compimento con la pronuncia finale del Giudice supremo si è fondata – innanzitutto e irrinunciabilmente – sulla strenua negazione di una responsabilità n un convegno di molto richiamo a Pesaro che fosse interamente attribuita al solo armatore della Concordia. Ciò avrebbe, infatti, alleggerito la grave responsabilità del comandante Schettino.
“E’ chiaro – si legge sulle pagine del blog – che tutti i Naufraghi della Concordia non possono accettare un tale ruolo di “vittima” della Compagnia, che vorrebbe in questo modo “uscire di scena” dal processo penale e dalle responsabilità patrimoniali che ne conseguono, nonostante siano sotto gli occhi di tutti le gravi carenze nelle dotazioni di bordo, nella preparazione del personale alla emergenza, ma soprattutto nelle scelte operative comunicate dalla unità di crisi della Costa S.p.A. al Comandante Schettino durante tutto il naufragio”.
Dall’azione convinta e meticolosa dei legali è stato possibile sostenere una linea difensiva tesa ad affermare una pretesa risarcitoria non consueta per il diritto italiano ma piuttosto di origine anglosassone e grandemente applicata soprattutto negli Stati Uniti dove pronunce multimilionarie rivestono abitualmente funzione sanzionatoria e di prevenzione contro il ripetersi di eventi così disastrosi.
Già nel novembre scorso i difensori del processo Concordia hanno illustrato e approfondito il ‘danno punitivo’ in un convegno di grosso richiamo tenutosi a Pesaro https://www.ledmagazine.it/dal-caso-costa-concordia-convegno-a-pesaro-sul-danno-punitivo-aspettando-le-sezioni-unite-intervista-fra-i-relatori-allavvocato-annamaria-romeo-del-foro-di-latina/i.
Chiusa definitivamente la vicenda processuale per Schettino – che, pure, ha immediatamente provveduto a consegnarsi presso il carcere di Rebibbia e, tramite i suoi legali, annunciare reclamo in sede europea – non tarderà ad attivarsi, ora, la via civilistica di risarcimento degli ingentissimi danni, anche – vedremo in che misura – connessi alla riconosciuta natura ‘punitiva’.
Su quest’ultimo profilo sarà interessante approfondirci, prossimamente da queste pagine.