La barriera corallina a cui è stato riconosciuto dall’ONU lo status di Patrimonio Mondiale nel 1981 è un sito di rilevanza scientifica. Unico nella sua biodiversità, si estende dalla punta settentrionale del Queensland alla città del sud dello stato di Bundaberg. La ricognizione effettuata su quasi 800 barriere coralline per una superficie di 8.000 km, dal Centre for Exellence for Coral Reef Studies, ha evidenziato uno sbiancamento (ovvero la perdita delle alghe) che coinvolge un’area di 1.500 chilometri della barriera.
Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno che distrugge le barriere coralline e i loro ecosistemi, è causato da aumento delle temperature idriche dovute a due correnti calde naturali, ma si aggrava in relazione al cambiamento climatico provocato dall’uomo. Gli oceani, a causa dell’aumento del calore della terra stanno assorbendo circa il 93%, mettendo in condizione di stress i coralli che tendono ad espellere le zooxanthellae, alghe unicellulari che vivono in simbiosi con il corallo e che danno il colore ai coralli. Nel caso dovessero tornare condizioni climatiche normali, i coralli potrebbero recuperare, anche se questo può richiedere decenni. Ma se lo stress prosegue i coralli potrebbero morire. Il danno questa volta è concentrato nella parte centrale della barriera, mentre lo sbiancamento dello scorso anno aveva colpito principalmente la zona a nord, lasciando per lo più indenne la zona a sud.
Gli esperti temono che i due eventi così ravvicinati possano danneggiare il corallo con poche possibilità di recupero. Il Prof Terry Hughes, della James Cook University, diceva alla BBC come -partendo dal 1998 – ci siano stati quattro eventi di sbiancamento ma la distanza tra questi è sostanzialmente variata ponendo la barriera, negli ultimi due così ravvicinati, in uno stato di stress eccessivo. Il Prof Hughes ha rilevato poi come sia urgente da parte dei governi affrontare il tema del cambiamento climatico per evitare ulteriori eventi che provochino l’azione dello sbiancamento e che bisogna agire sulle emissioni globali di gas a effetto serra, oltre ad attuare una transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.
Enrico Di Fabio