Riportiamo la vicenda di una paziente ricoverata il 28 agosto scorso presso il reparto di Chirurgia dell’Ospedale S.Maria Goretti di Latina, per evidenziare quella una catena di sprechi nella ASL di Latina che non accenna a rompersi. ***
” […] La signora C.V. di 86 anni nella serata del 28/08/2019 si reca presso il PPI di Cori, avvertendo forti dolori addominali, i medici fatti gli accertamenti clinici e le analisi ematochimiche, ritengono opportuno trasferirla presso il DEA di Latina. La paziente viene trasportata con mezzi propri al DEA di Latina, con la richiesta medica di trasferimento dal PPI per ulteriori accertamenti necessari al DEA.
La signora passa una notte e una mattina al DEA di Latina, per essere trasferita poi nel pomeriggio al reparto di Chirurgia, con diagnosi di calcolosi della colecisti.
A questo punto potremmo pensare ad un normale e veloce iter per un intervento chirurgico. La Asl di Latina, purtroppo, anche per ciò che dovrebbe essere normale, assume contorni complicati e grotteschi. Intanto, il primo paradosso, il reparto di Chirurgia utilizza la sala operatoria probabilmente solo qualche giorno a settimana. Alla paziente, che in reparto ha fatto ingresso di giovedì, viene detto che per il lunedì successivo, la sala operatoria, aveva già una lista piena, quindi la tengono ricoverata con una terapia antinfiammatoria e la mettono in lista per l’intervento nella settimana successiva: cioè per mercoledì 11 settembre. Capirete bene che sono già due settimane di ricovero, con un costo di svariate migliaia di euro. Senonchè alle ore 18.00 del quattordicesimo giorno di ricovero fa finalmente ingresso in sala operatoria, per l’agognato intervento, ma dopo mezz’ora il sogno della nostra paziente svanisce: la donna viene riportata in reparto con la giustificazione che si è fatto troppo tardi a causa di complicazioni della paziente precedente. Sembra quindi che l’intervento potrebbe farsi l’indomani mattina, se la sala operatoria fosse disponibile. Il tema della disponibilità delle Sale Operatorie per la Chirurgia fa pensare a un modello organizzativo alquanto strano, che è certo non dà certezze ad alcun paziente. Tant’è che la signora in questione, non viene operata nemmeno il giorno dopo, anzi, viene dimessa, l’intervento è procrastinato al martedì della prossima settimana.
Così un intervento di colecistectomia, presso la Chirurgia di Latina, può attestarsi su tre settimane di degenza. Ci chiediamo, quanti siano i pazienti che senza avere interventi programmati, e senza aver effettuato visite preventive nei vari ambulatori, a cui tocchi la stessa sorte, di permanere impropriamente per più settimane nei reparti?
Il Comitato Civico in difesa del Punto di Primo Intervento di Cori, invita tutti i cittadini a denunciare tali disservizi e a portare alla luce i veri sprechi della sanità pontina, per la quale non dovrebbero essere certo i pazienti e i cittadini, in generale, a pagarne sempre il conto.”
*** fonte Comitato Civoco di Cori (LT)
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