Razza politica e altri pesci

Razza politica e altri pesci

Del 25 Aprile  appena trascorso resta  l’eco di una diversità di toni frutto del cambiamento  dell’Italia reduce dalle ultime elezioni politiche. Fine di governi tecnici con buona pace di eccessivi timori o riflessioni esasperate, il pieno successo elettorale – e personale – di Giorgia Meloni e della coalizione di centro-destra si esprime ormai a pieno regime.
Appunto.
Il nuovo corso, che  da mesi si pone  agli Italiani, è un segnale non proprio tranquillizzante. Così è percepito non solo nella dinamica del confronto democratico fra opposte ispirazioni, ma spesso nei distinguo registrati nelle file della stessa maggioranza. E’ l’effetto  di quante e  imprevedibili esternazioni si succedano vorticose nella cronaca politica, ad opera  dei massimi  protagonisti dell’establishment di governo. Una veloce carrellata a ritroso è utile promemoria per l’uomo della strada, ma anche memorandum per la stessa Politica tutta, di qualunque …razza.

Appunto.
I ‘fuochi’ accesi dall’evocazione delle “sostituzioni etniche” nelle parole del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida vanno sommati a tante altre ‘perle’ di saggezza identitaria disseminate da ministri e vice presidenti. Ciascuno, a turno, a farsi interprete e  compartecipe di  un ritrovato efficientismo (ricordate a inizio ottobre? regoliamo i pride!..) o di una italica passione che s’è fatta financo lessicale (ora   multiamo anche gli abusi di inglesismi). Ignazio Benito La Russa s’è appena  “intrecciato” su via Rasella, a suo dire scenario di rappresaglia contro italiani,  piuttosto che italiani antifascisti; prim’ancora la scena se l’era presa (altro che!) Matteo Piantedosi Ministro dell’Interno il cui  passato da questurino suggeriva disinvolto riferimento a ‘carico residuale’ (malgrado pur sempre di esseri umani). Né puoi rinunciare al  Sangiuliano che da Ministro della Cultura s’avventura a discettare dell’ideologia presunta di Destra dell’Alighieri ne La Commedia “…ma anche in altre sue opere..” (quali, di grazia?).
Il fuoco di fila  non s’è arrestato mai, se ancora il Presidente del Senato ha inteso “mettere d’accordo tutti”  escogitando – proprio di 25 Aprile – una indistinta testimonianza in Cecoslovacchia al campo di sterminio di Teresienstadt ma anche al mausoleo a Jan Palach in piazza San Venceslao. La Shoah   al pari  dei carri armati russi nella primavera di  Praga nel ’68. Fra tanti giorni dell’anno, tanto valeva che a dirlo fosse lanseconda carica dello stato italiano, nel giorno della Liberazione dell’Italia dal fascismo!
Parole e gesti poco sorvegliati procurano piccoli o grandi disastri istituzionali. Così,  a quelle ‘uscite’ malfatte si aggiungono affannose e pure sollecite rettifiche.  Lollobrigida, La Russa, Sangiuliano, Piantedosi, tutti a chiosare se stessi, a rettificare le voci dal sen fuggite, a chiarire e (possibilmente) minimizzare. L’effetto è che si accentuano  anziché sminuirsi   gli errori di lessico, di metodo, di merito. A un  Ministro che volentieri  riconosce “Sono ignorante, non razzista” puoi solo  replicare [lo fa La7 nella puntata di Piazza Pulita del 20 aprile – NdR] che quel sinistro parlare   da antisemita cultore della razza  è espressione non nuova né  per Meloni in primis né per  Salvini di qualche anno fa. Ed ancora insiste,  La Russa Presidente (tenace assai e recidivo pure),  nella pretesa (errata) che “non esiste la parola fascismo nella Costituzione”, in realtà ben conscio che del fascismo la Nostra Carta bandisce  per sempre anche il partito.   Sarà pure  maggioranza nel Paese, la nuova Politica di governo “stabile e coesa”, ma allora non tardi a dimostrare chiara la … razza a cui appartiene.
Salvo scoprirla un ‘pesce’ sbagliato, in un acquario insopportabilmente ordinario.

Giornata del 25 Aprile per le strade di Bologna